Anna Bandettini

La Repubblica Blog

Franco Quadri o la passione per il teatro / Anna Bandettini

Franco Quadri o la passione per il teatro

Anna Bandettini, La Repubblica Blog, 27 marzo 2011

Sono molto orgogliosa di aver conosciuto Franco Quadri di persona e di aver lavorato con lui, di averlo chiamato i lunedì e i martedì per sapere le sue scelte, quali spettacoli avrebbe visto la settimana, di aver avuto per prima al telefono le sue riflessioni su questo o quello spettacolo, di aver ascoltato le sue lamentele, spesso anche i suoi rimbrotti per la mancanza di spazio, perchè erano sempre più le cose che lui aveva visto rispetto a quelle che sarebbero potute “entrare” nella pagina.
Franco Quadri è stato un punto di riferimento per chi si occupava di spettacolo, e in particolare di teatro in tutte le sue forme. Vent’anni fa, forse più, quando io stavo cominciando a interessarmi di spettacolo e di teatro, fu una vera emozione conoscere questo signore, bello, fascinoso, con tanti riccioli bianchi e famosissimo che scriveva di quello che era assolutamente necessario vedere a teatro, e che si impegnava lui stesso a promuovere, a far vedere, a far sì che i teatri se ne interessassero.
Da Franco ho imparato il valore della determinazione e della passione. E anche cosa vuol dire “sporcarsi le mani” per quello che si ama, per quello in cui si crede: non inquinarsi, contaminarsi ma prendersi la responsabilità di affermarlo.
Franco lo ha fatto fino all’ultimo. La mattina del giorno di metà gennaio in cui si è sentito male aveva telefonato in redazione a Repubblica per dire che il giorno dopo sarebbe andato a Parigi a vedere Patrice Chareau. Tante volte, in questi ultimi tempi, noi della redazione gli dicevano, “Franco seleziona di più, rallenta un po”‘. Ma lui niente. Non era voracità, la sua, come pure in tanti lo hanno accusato. Era una sua forma di resistenza, di stare ancora sulla barricata, di dare ancora parola a quello in cui credeva. Dunque di continuare a lottare.
Una cara, comune amica, Anna Guri, oggi mi ha detto: pensa, Franco è morto nel giorno della Festa del Teatro. Sì, anche nell’addio, non se n’è scordato.