UbuFabre
10/04/2017
UbuFabre
Un incontro con Jan Fabre e la sua opera in occasione della consegna del Premio Ubu 2016 per il “Migliore spettacolo straniero presentato in Italia” assegnato a MOUNT OLYMPUS. To Glorify the Cult of Tragedy presentato in esclusiva al Romaeuropa Festival
PROGRAMMA
lunedì 10 aprile _Accademia di Belle Arti di Bologna, Via delle Belle Arti 54
h. 16.00 JAN FABRE. BEYOND THE ARTIST _ film di Giulio Boato
(Francia, Belgio; 52’; 2015) v.o. inglese e francese, con sottotitoli in italiano
nel quadro delle attività della Scuola di Scenografia – coordinatore Franco Savignano, presenta il film Giulio Boato in dialogo con Piersandra Di Matteo
martedì 11 aprile_Foyer Respighi del Teatro Comunale, Piazza Verdi
h. 16.00 TRA CAOS E DISCIPLINA incontro con Jan Fabre
intervengono
Bruna Gambarelli (Assessore alla Cultura del Comune di Bologna),
Nicola Sani (Sovrintendente del Teatro Comunale),
Fabrizio Grifasi (Direttore di RomaeuropaFestival)
coordina Piersandra Di Matteo (Studiosa di arti performative)
consegna il Premio Ubu Carlotta Pircher
martedì 11 aprile_Cinema Lumière, Piazzetta Pier Paolo Pasolini 2b
h. 20.00 SURRENDER film di Phil Griffin (prima nazionale)
(Gran Bretagna, Belgio; 117’; 2017) v.o. inglese, con sottotitoli in italiano
presentano il film Jan Fabre e Phil Griffin in dialogo con Enrico Pitozzi
UbuFabre è un’iniziativa dell’Associazione Ubu per Franco Quadri in collaborazione con Teatro Comunale di Bologna Fondazione,
Fondazione Cineteca di Bologna e Accademia di Belle Arti di Bologna, con il patrocinio del Comune di Bologna. Si ringrazia Ateliersi.
I miei spettacoli si situano nel campo di tensione tra la libertà e il determinismo
Jan Fabre
Protagonista indiscusso della scena artistica mondiale, Jan Fabre è autore di un teatro della fisicità percorso da corpi come macchine desideranti. I suoi spettacoli – come le istallazioni, i disegni o le sculture – vivono di una maniacale fiducia nella percezione della forma liberata dalle specificità di linguaggio. L’arte, il teatro, la danza, la scrittura, nella sua personale alchimia estetica, cospirano con un’idea di bellezza intrisa di morte e vulnerabilità, afflato vitalistico e grottesco, satira e alienazione.
L’opera di Fabre, una delle forme esemplari della nostra epoca, interroga radicalmente l’essere umano attraverso un richiamo alle tradizioni occidentali che muovono dai rituali primordiali, alla tragedia greca, dai drammi medioevali agli amati pittori fiamminghi. L’esperienza profonda del corpo, vissuta per mezzo dei danzatori e performer con cui lavora, è un’offensiva lanciata allo spettatore, una strategia in cui lo choc del dolore, l’appello alla violenza e ai sogni divengono porta d’accesso per un approdo catartico.
La presenza di Jan Fabre a Bologna si completa con la proiezione di due film dedicati all’artista e alla sua opera: Surrender di Phil Griffin, che testimonia le prove di Mount Olympus – To Glorify the Cult of Tragedy, a 24-hour performance, spettacolo-capolavoro di Jan Fabre, realizzate nel 2015 nel teatro-laboratorio dell’artista fiammingo, ad Anversa, coinvolgendo 27 performer per 12 mesi; e Jan Fabre. Beyond the Artist, di Giulio Boato con interviste a Jan, Georges Banu, Vincent Baudriller, Jan Dekeyser e Rudolf Rach.
Jan Fabre
Regista teatrale, autore e artista visivo (Anversa, 1958), è considerato tra i più innovativi della sua generazione. Dopo gli studi all’Istituto di Arti Decorative e all’Accademia Reale di Belle Arti di Anversa, si afferma nel proprio paese e all’estero, ancora giovanissimo, per alcune performance dal tratto provocatorio, come Money Performances, in cui brucia denaro per disegnare con le ceneri. Il corpo, in ogni sua forma, è al centro della sua ricerca fin dai primi anni Ottanta. This is Theatre Like it Was to Be Eexpected and Foreseen (1982) e The Power of Theatrical Madness (1984) appaiono sulla scena internazionale operando un taglio netto con le convenzioni teatrali e esplorando possibilità coreografiche radicali come mezzo per riportare in vita la danza classica.
Autore anche di testi destinati al teatro, le sue scritture – ideate a partire dal 1975, ma messi in scena solo dopo il 1989 – rappresentano una collezione eccezionale di miniature, marcate da uno stile che rispecchia la sua concezione del teatro come forma d’arte onnicomprensiva nella quale il discorso rappresenta uno degli elementi della scena insieme a danza, musica, performance e improvvisazione. Nella sua personale estetica della crudeltà, il caos e la disciplina, la ripetizione e la follia, la metamorfosi e l’anonimato sono gli elementi essenziali per indagare la violenza, la lussuria, l’eros, la catarsi della mente, la bellezza del corpo umano in estasi o in decomposizione. Rituali antichi, interrogazioni filosofiche e la matrice della tragedia greca fondano il recente Mount Olympus, to Glorify the Cult of Tragedy – performance della durata di 24 ore salutata come una delle produzioni di spicco dell’ultimo decennio. Oltre alla sua produzione per il teatro e per il teatro d’Opera — Orgy of Tolerance, Tannhäuser, Prometheus landschape II — Fabre si è rivelato un maestro nella creazione di performance soliste con la serie Warriors of Beauty: Quando l’uomo principale è una donna, Preparatio Mortis, per citarne solo due, fanno tuttora parte del repertorio della sua compagnia Troubleyn/Jan Fabre, basata ad Anversa.