Dibattito sui Premi Ubu (2012-14)

In questi anni si è aperta una riflessione pubblica sui Premi Ubu.

Si possono leggere qui la lettera aperta di Andrea Pocosnich (TeatroeCritica / dicembre 2012) e l'articolo di Roberta Ferraresi (VeneziaMusica e dintorni / gennaio 2013, p.56), come anche la riflessione dell'Associazione, che raccoglie questa prima fase di dibattito, redatta da Oliviero Ponte di Pino (Ateatro / febbraio 2013).

La riflessione prosegue con l'intervento di Claudia Cannella (Hystrio / aprile-giugno 2014) cui risponde Anna Bandettini (Post teatro-repubblica.it / 27 maggio 2014).

 

In relazione all'articolo di Claudia Cannella, pubblichiamo una lettera che il direttivo dell'Associazione Ubu per Franco Quadri* aveva scritto, sui medesimi temi, in risposta mail alla referendaria dei Premi Ubu nell'ottobre 2013, prima dell'uscita del suo articolo. L'intera corrispondenza, in accordo con Cannella, era stata a suo tempo inviata per conoscenza a tutti i votanti dei Premi 2013. 

 

 

23 ottobre 2013

Buongiorno Claudia,

ecco le precisazioni del direttivo dell'Associazione Ubu per Franco Quadri - a proposito, la composizione del direttivo* la trovi nella firma automatica delle email che ricevi, anche in quella alla quale hai risposto. Come hai potuto vedere dalle mail inviate ai referendari a partire dalla primavera del 2013, e fino all’ultima informativa alla quale rispondi con la tua lettera, stiamo procedendo con la massima chiarezza e trasparenza, cercando di coinvolgere i votanti nel progressivo assestamento della giuria.

Siamo partiti dal presupposto di non cancellare nessuno dalla lista dei votanti, ma di accogliere suggerimenti per rendere il più completo possibile l’arco culturale, geografico e di tendenza degli stessi. Nessuno ci ha chiesto la cancellazione di giurati, sono arrivate solo richieste - non moltissime, per la verità - di inserimenti. Qualche riserva sul numero degli spettacoli visti da ciascuno è stata espressa in sede di assemblea dei soci dell’Associazione. Per agevolare gli accessi agli spettacoli abbiamo inoltrato la lista dei referendari ai teatri e chiesto agli stessi referendari se desideravano che inoltrassimo le loro mail ai teatri.

La larga rappresentatività è uno dei tratti della composizione dei referendari che intendiamo mantenere, così come intendiamo mantenere il referendum Ubu aperto anche a figure che di mestiere non fanno i critici, ma che a pieno titolo possono esprimere un giudizio sull’andamento delle stagioni teatrali. Del resto il panorama dei giornali è cambiato e il ctitico teatrale che vive di recensioni non esiste praticamente più: qualcuno nell’esprimere il proprio voto ha dichiarato delle limitazioni nella stagione considerata, altri si sono autosospesi per uno o due turni… Non tutti (gli altri) sono brutti e cattivi.

Non ti piace essere in questa giuria perché vedi troppi conflitti d’interesse e perché manca un regolamento per l’ammissione alla stessa?

Per quanto riguarda il secondo punto, se hai regolamenti per l’accesso alle giurie di altri premi e vuoi inoltrarceli, li valuteremo con piacere, per il futuro. O questa necessità si pone solo per i referendari dei Premi Ubu?

Per quanto riguarda il primo punto, il conflitto d’interessi, ci siamo posti il problema, e lo abbiamo sottolineato nella lettera ai referendari, oltre non ci siamo spinti, per ora: ci affidiamo al buon senso e alla correttezza dei giurati. Il tutto, considerando che il numero dei critici impegnati con rassegne, festival, spettacoli, altri premi è veramente alto, come tu ben sai, e sarebbe difficile decidere quale rassegna, quale festival, quale impegno sia incompatibile con la possibilità di votare, a fronte di altri che non sono ritenuti tali. Consideriamo anche che l’elevato numero dei giurati è una garanzia a fronte dell’effetto di eventuali conflitti di interesse, che riguardano singolarmente ciascun giurato: in ogni caso le votazioni sono pubbliche e tutti possono controllare e valutare le ricadute di eventuali conflitti di interesse.

Di queste scelte e di questa trasparenza, e delle decisioni che ci troveremo a prendere di conseguenza, noi ci assumiamo la responsabilità, lavorando perché i Premi Ubu possano continuare ad esistere, e con loro l’elenco degli spettacoli della stagione, che è un servizio a tutto il teatro italiano, per il quale i teatranti, almeno loro, ci manifestano apprezzamento.

E qui veniamo all’ultimo punto: sinceramente non ci è chiaro l’obiettivo delle tue proteste e delle richieste che fai verso una maggiore assunzione di responsabilità del direttivo. Il direttivo, che è ben visibile ovunque, si sta prendendo molte responsabilità, ci mette la faccia, in tutto quello che fa, e si assume le conseguenze anche sgradevoli, del suo operato, non c’è bisogno che qualcuno ci dica che è ora di farlo: lo stiamo facendo da tre anni, accogliendo e stimolando le proposte e la collaborazione di quanti hanno a cuore il destino dei Premi Ubu.

È vero: noi non li abbiamo inventati, i Premi Ubu, ma non li abbiamo neppure ereditati; abbiamo scelto di portarli avanti, in un’azione di pura, a volte dura, militanza culturale; quelle che tu definisci semplici scelte di buon senso, sono frutto di un lavoro costante nel rispetto di una gradualità - trasparente - che riteniamo necessaria per consolidare l’autorevolezza della giuria e del direttivo, anche in vista di svolte più radicali, in futuro.

Per il bene del Premio, se è di questo che stiamo parlando, e lo speriamo, davvero, per tutti noi.

Il direttivo dell’Associazione Ubu per Franco Quadri*

 

*Aggiornato nell'aprile 2014, il direttivo dell'Associazione nell'ottobre 2013 era composto da Jacopo Quadri (presidente), Leonardo Mello, Renata M. Molinari, Oliviero Ponte di Pino, Lorenzo Quadri, Cristina Ventrucci.