VOTAZIONI UBU 2017, PRIMA CONSULTAZIONE

REFERENDUM UBU 2017

Tutti i voti


Abbiamo chiesto a un gruppo di critici e studiosi teatrali italiani di rispondere al consueto referendum sulla stagione 2016-2017, riguardante spettacoli rappresentati per la prima volta tra il 1 settembre 2016 e il 31 agosto 2017. La votazione avviene per iscritto o per dettatura telefonica alla segreteria, in due fasi. Riportiamo qui di seguito le preferenze indicate da ciascuno alla prima tornata, che richiedeva di pronunciarsi sulle seguenti voci:

1.Spettacolo dell’anno
2.Miglior spettacolo di danza
3.Miglior progetto curatoriale
4.Migliore regia
5.Migliore allestimento scenico (scene, costumi, luci, video, multimedia)
6.Migliore progetto sonoro o musiche originali
7.Migliore attore o performer
8.Migliore attrice o performer
9.Migliore attore o performer under 35
10.Migliore attrice o performer under 35
11.Migliore nuovo testo italiano o scrittura drammaturgica
12.Migliore nuovo testo straniero o scrittura drammaturgica
13.Premio Ubu alla carriera
14.Premi speciali (sono ammessi tre tipi diversi di indicazioni per differenti categorie che contemplino figure, opere o situazioni non previste nell’elenco, come: traduzioni, pubblicazioni, realtà nascoste, personalità o nuove compagnie, fotografi di scena, figure dietro le quinte, eccetera)
15.Migliore spettacolo straniero presentato in Italia


Giovanni Agosti

1. Elvira, regia di Toni Servillo; La signorina Else, regia di Federico Tiezzi.

2. Cammino popolare e Atlante – L’umano del gesto di Virgilio Sieni.

3. Umberto Angelini per il lavoro alla Triennale Teatro dell’Arte di Milano e al Teatro Grande di Brescia.

4. Federico Tiezzi per La signorina Else.

5. Giovanna Buzzi per La signorina Else, regia di Federico Tiezzi.

7. Sandro Lombardi per La signorina Else, regia di Federico Tiezzi; Toni Servillo per Elvira, regia di Toni Servillo.

8. Lucrezia Guidone per La signorina Else regia di Federico Tiezzi; Federica Fracassi per Erodias regia di Renzo Martinelli.

9. David Meden; Ruggero Franceschini.

10. Liliana Benini; Livia Rossi.

11. Sonia Bergamasco per la riscrittura del Trentesimo anno di Ingeborg Bachmann.

13. Anna Nogara.

14. Roberta Carlotto per La vita di Santacristina; il FAI per il lavoro all’Albergo Diurno di Porta Venezia a Milano e per la mostra di Wilson a Villa Panza a Biumo.

15. Richard III di Shakespeare, regia di Thomas Ostermeier; Five Easy Pieces, regia di Milo Rau.

CARMELO ALBERTI                                       

1. Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri (ideazione e drammaturgia Marco Martinelli, Ermanna Montanari), regia di Marco Martinelli, Ermanna Montanari. È uno spettacolo che coniuga studio preparatorio e coinvolgimento degli spettatori (della città) in una dimensione autenticamente popolare. Ancora una volta i due artisti riescono a innestare la poesia dantesca e l’immaginario collettivo, sulla scia del recupero di antiche forme rappresentative e della vocazione politica del teatro; Edipo Re – Edipo a Colono (Sofocle), regia di Andrea Baracco (Edipo Re) e Glauco Mauri (Edipo a Colono). Si tratta di un’accurata lettura da un duplice punto di vista di un ciclo tragico necessario.

2. Atlante. L'umano del gesto di Mimmo Cuticchio e Virgilio Sieni. È un’indagine preziosa sul rapporto gesto e narrazione sviluppata in modo originale e con efficacia.

3. I pugni ricolmi d’oro, ovvero come un ricco suddito resta sempre un suddito, regia di Claudio Longhi. Nato da un progetto in continua elaborazione, a contatto con nuclei di referenti-spettatori attivi, si presenta come un raffinato lavoro sulle deformazioni del potere e della società.

4. Emma Dante per Bestie di scena. Raffinata rappresentazione del vivere il teatro, svelando la fragilità delle persone, descritte in un viaggio sconvolgente a ritroso verso una condizione animalesca delle origini; Mario Martone per Il sindaco del rione Sanità. Una messinscena emozionante.

5. Carlo De Marino in Washington Square. Storie Americane, per l’accuratezza nella descrizione ambientale.

6. Faust's Box di Andrea Liberovici. Uno spettacolo completo.

7. Saverio La Ruina per Masculo e Fiammina, di e con Saverio La Ruina.

8. Isabella Ragonese per Louise e Renées regia di Sonia Bergamasco; Maddalena Crippa per Richard II, regia di Peter Stein.

10. Anahì Traversi per Ifigenia, liberata regia di Carmelo Rifici.

11. Louise e Renées di Stefano Massini. Dai legami d’amicizia al confronto con il mondo (fuori dal convento) si esaltano la complessità dei legami e dei sentimenti (a partire dalla sorgente Balzac); Ciao di Walter Veltroni, regia di Piero Maccarinelli; Anime scalze. Maram Al Masri tra parole e musica di Danilo Macrì, regia di Sara Bertelà, dalle parole di un personaggio in ombra, cresce la tensione di una vocalità incisiva e dolente.

12. Teatro para minutos di Juan Mayorka. Testo-specchio sulla cattiveria della società contemporanea.

13. Ottavia Piccolo. Un premio che sia il riconoscimento di una lunga carriera di artista nella quale Ottavia Piccolo ha dato prova, con slancio e convinzione, di un impegno civile che si traduce nella difesa della legalità e dei diritti negati. Non a caso, da circa vent’anni, l’attrice ha posto la sua maturità artistica al servizio della diffusione culturale e dell’emancipazione sociale, a cominciare dalla condizione delle donne. Sul piano teatrale, oltre i suoi successi, si è dedicata a realizzazioni sceniche e cinematografiche e a iniziative in grado di porre in luce tematiche e problemi della nostra società; e ha saputo scommettere sulla vitalità della nuova drammaturgia; Glauco Mauri. È da considerare il principe del teatro italiano, un maestro coraggioso nelle scelte artistiche e rigoroso nello stile interpretativo. Alla guida della più importante compagnia privata nazionale, la Mauri-Sturno, ha sviluppato progetti culturali di alto profilo, senza timore dei rischi e nonostante la solitudine istituzionale.

14. Mario Perrotta, una personalità culturale che sfida la concezione spazio-temporale del teatro. Nel corso degli anni, infatti, si è impegnato in progetti che prevedono un intreccio di linguaggi espressivi e rappresentativi (teatro, musica, danza, fotografia, video, e altro ancora). Si segnala il recente apprezzabile spettacolo Lireta. A chi viene dal mare, una nuova produzione della Permàr, sui temi della questione migratoria, nel quadro di un lavoro di più ampio respiro dal titolo Versoterra. A chi viene dal mare.

15. Richard III, regia di Thomas Ostermeir. La maestria registica definisce un’immagine della degenerazione del potere politico che lascia intravedere le storture nel mondo contemporaneo; Terre noire di Stefano Massini, regia di Irina Brook; Krapp’s Last Tape, regia di Oskaras Koršunovas.

NICOLA ARRIGONI

1. Pinocchio di Antonio Latella, per la forza visionaria, la stratificazione del pensiero, la capacità di rileggere un classico e farne uno strumento per interpretare il nostro presente; Un quaderno per l’inverno di Massimiliano Civica, per l’essenzialità poetica di un lavoro apparentemente fatto di nulla e in realtà l’esito di una sapiente e consapevole conoscenza della grammatica teatrale: parola, attore e la capacità di fare del pubblico un coro che assiste commosso; Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, per la forza teatrale e il coraggio civile, per la capacità unica di fare del teatro una esperienza reale, un atto ri-fondante la comunità attraverso la poesia dantesca

2. Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di CollettivO CineticO, per l’abbondanza di racconto, per l’intensità coreografica e la rara capacità di mostrare l’effimero della contemporaneità; Scarabeo_Angels And The void di Andrea Costanzo Martini, per la forza di un segno autorale che si coniuga con una perizia tecnica non usuale. Nel lavoro di Martini ci sono forza e volontà di tendere la semantica della danza fino allo spasimo.

3. Gigi Cristoforetti per la rassegna Torino Danza e per la capacità di promuovere e intercettare i nuovi segni estetici della danza, per la competenza nel formulare scelte artistiche senza preclusioni di sorta e con la capacità di intuire estetiche nascenti e ricche di pensiero; Velia Papa per la direzione del Festival Inteatro e per l’azione di organizzazione e animazione culturale di Marche Teatro. Velia Papa dimostra con intensa determinatezza di saper e voler promuovere la contemporaneità del teatro e della danza, ma in genere delle arti performative in contesti innovativi come quello festivaliero di Inteatro, ma anche nell’ambito tradizionale delle stagioni e della programmazione di Marche Teatro; Virginia Sommadossi per la creatività e la voglia di innovare, per l’attenzione alla comunicazione e alla formazione nell’ambito del più ampio e complesso progetto di Centrale Fies e Drodesera.

4. Antonio Latella per Pinocchio e per la costanza registica e di ricerca teatrale che lo ha portato a fare dell’azione registica uno strumento di pensiero e di condivisione sia negli spettacoli messinscena che nel ruolo di direttore artistico della Biennale Teatro; Massimiliano Civica per il rigore con cui riesce a leggere i testi e costruire i suoi spettacoli – in particolar modo Un quaderno per l’inverno - affidandosi alla forza espressiva di attori a cui chiede la verità del profondo e un’azione di pauperistica recitazione; Marco Martinelli per Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri, per la voglia di trovare nuove formule di racconto scenico, per l’alto sentire il teatro come esperienza corale prima che estetica, etica.

5. Giuseppe Stellato per Pinocchio di Antonio Latella in cui lo spazio scenico diventa spazio del pensiero, proiezione delle avventure e dei pensieri del protagonista del racconto di Collodi; Edoardo Sanchi per l’invenzione dello spazio scenico di Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari. Il teatro Rasi rivoluzionato si è trasformato nell’Inferno dantesco regalando allo spettatore un viaggio ricco di stupore.

6. Silvia Colasanti per Variazioni su Orfeo di Valter Malosti con Sentieri Selvaggi, diretto da Carlo Boccadoro. La partitura di Colasanti rielabora e rilegge il capolavoro di Claudio Monteverdi con grande incisività; Simone Cristicchi per Il secondo figlio di Dio, una partitura canora e musicale che commenta la vicenda anarchico-religiosa di David Lazzaretti; i fratelli Macaluso per l’intensità canora apportata in Assassina di Franco Scaldati.

7. Alberto Astorri per l’interpretazione in Un quaderno per l’inverno di Massimiliano Civica, in cui riesce a dare intensità espressiva di rara credibilità ad un personaggio fatto di silenzi e di parole non dette; Enzo Vetrano e Stefano Randisi per Assassina di Franco Scaldati, in cui i due attori sono un corpo unico, vivono di una simbiosi fatta di contrapposizioni speculari e sanno dare corpo, sangue e sudore alla poetica degli ultimi dell’autore siciliano; Massimiliano Speziani per il ruolo di Geppetto in Pinocchio di Antonio Latella, immagine di una paternità macerata, un po’ infantile che sa commuovere per la sua verità.

8. Elisabetta Pozzi per I Persiani e i monologhi dedicati al femminile nella tragedia greca. La sensibilità dell’attrice rilegge con inusuale umanità le grandi eroine del mito greco, facendone figure femminili di grande intensità; Lucilla Giagnoni per la costanza con cui usa il teatro e le sue doti di narratrice per raccontare il nostro presente, offrire al pubblico riflessioni su temi di attualità come accade in Furiosa Mente un viaggio che coniuga nuove tecnologie, mito e storia, il tutto legato alle insondabili potenzialità della nostra mente.

9. Christian La Rosa per Pinocchio di Antonio Latella. È un Pinocchio potente, pura parola e pensiero incarnati, dimostra un’energia interpretativa che lascia sbalorditi; Nicola Galli performer danzatore dimostra una maturità autoriale ed espressiva che ne fanno un artista dotato e di promettente maturità.

10. Francesca Pennini di CollettivO CineticO, vive in scena una potenza di presenza che trasmette ai suoi danzatori e ai suoi spettacoli. Coreografa e danzatrice, la Pennini ha un rigore e una volontà di esperire nuovi linguaggi e percorsi che hanno pochi eguali.

11. Allarmi! di Emanuele Aldrovandi conferma la qualità della scrittura drammaturgica del giovane autore che sa coniugare racconto e pensiero, sa fare dei personaggi dei suoi testi non solo figure ma concetti in azione; Un quaderno per l’inverno di Armando Pirozzi è un testo di ficcante poeticità in cui la poesia e il dolore umano si sostengono l’un l’altra in nome di una possibilità di senso da dare all’esistenza; Assassina di Franco Scaldati per la forza del linguaggio, per la capacità di raccontare un’umanità che sta ai margini della vita e che ha comunque la forza di interrogare lo spettatore e il lettore sul senso dell’esistenza.

12. Nessuna conversazione degna di rilievo di Roger Bernat in cui le intercettazioni che furono alla base del processo contro alcuni attivisti del terrorismo islamico si intrecciano con un racconto partecipato dal pubblico, che mette di fronte alle diverse prospettive e storie di un fanatismo religioso dietro cui c’è un mondo, ci sono speranze infrante, emarginazione, ma anche debolezza; L’arte del teatro di Pascal Rambert conferma l’intelligenza di una scrittura teatrale che anche quando si interroga sul linguaggio della scena e l’arte dell’attore apre inusuali scorci di pensiero sulla realtà che viviamo e sul nostro stare al mondo oggi.

13. Paolo Pierobon per l’intensità della sua recitazione e arte d’attore, per la rara capacità di provarsi in ruoli spesso scomodi e borderline che affronta con rara e non usuale intensità, mettendosi al servizio del personaggio e dello spettacolo e offrendo al tempo stesso una qualità recitativa decisamente fuori dal comune.

14. Cue Press di Mattia Visani per l’impegno di un’editoria dello spettacolo che sa essere tempestiva nel raccontare e documentare l’arte effimera del teatro con la voglia di usare al massimo le possibilità tecnologiche dei newmedia; Evolution City Show del Ctb per aver dimostrato come il teatro possa diventare uno strumento di promozione e conoscenza della città, valorizzandone i luoghi d’arte e la storia di personaggi che dal contesto locale assurgono a protagonisti di un viaggio a ritroso nel tempo che riconsegna alla città della Leonessa la consapevolezza della propria identità e cultura.

15. Simple as ABC #2: Keep Calm & Validate di Thomas Bellinck, spettacolo in cui il massimo della tecnica performativa (musica eseguita dal vivo, canto e recitazione, danza) e quindi, alla fin fine, il massimo dell’artificio sono utilizzati per raccontare la realtà, narrare di una iperrealtà che alla virtualità unisce gli interrogativi concreti e drammatici della gestione dei confini; Nichet Schlafen (Non dormire) di Alain Platel è un pugno nello stomaco. È un’overdose di straziante bellezza. È la sofferenza di una mattanza comune. È un rito crudele in cui la morte fa a pugni con la vita. È il dolore come unico patrimonio comune ad un’umanità che si sbrana e si accarezza, che si divora e mostra la sua infinita fragilità.

Antonio Audino

1. La scortecata regia di Emma Dante; Un quaderno per l'inverno regia di Massimiliano Civica; Masculu e Fiammina di Saverio La Ruina.

3. Glob(e)al Shakespeare del Teatro Bellini di Napoli.

4. La scortecata di Emma Dante, Un quaderno per l'inverno di Massimiliano Civica.

7. Roberto Latini per Cantico dei cantici.

8. Giulia Lazzarini per Emilia di Claudio Tolcachir.

9. Fabrizio Falco per Partitura P.

11. Un quaderno per l'inverno di Armando Pirozzi; Masculu e Fiammina di Saverio La Ruina.

Sandro Avanzo

1. Sogno d’autunno, regia di Valerio Binasco; Pinocchio, regia di Antonio Latella; Macbettu, regia di Alessandro Serra.

2. La morte e la fanciulla, della Compagnia Abbondanza Bertoni; LE BAL. L'Italia balla dal 1940 al 2001 di Giancarlo Fares.

3. Futuri Maestri di Teatro dell’Argine; VERSOTERRA. A chi viene dal mare di Mario Perrotta; Maria Ida Biggi per le acquisizioni dei materiali teatrali presso la Fondazione Cini.

4. Valerio Binasco per Sogno d’autunno; Antonio Latella per Pinocchio; Emma Dante per Bestie di scena.

5. Giuseppe Stellato per Pinocchio di Antonio Latella; Emanuela Dall’Aglio per Le parole lievi. Cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato, della Compagnia della Fortezza; Chiedi chi era Francesco di Andrea Adriatico.

6. Giulia Bertasi per Magnificat, regia di Paolo Bignamini; Paolo Coletta per Bordello di mare con città, regia di Carlo Cerciello.

7. Alberto Astorri per Un quaderno per l’inverno di Massimiliano Civica; Michele Di Mauro per Sogno d’autunno, regia di Valerio Binasco.

8. Giulia Lazzarini per Emilia, regia di Claudio Tolcachir; Paola Riscioli per Lireta. A chi viene dal mare, regia di Mario Perrotta; Milvia Marigliano per Sogno d’autunno, regia di Valerio Binasco.

9. Christian La Rosa per Pinocchio ;Josafat Vagni per Emilia; Leonardo Lidi.

11. Un quaderno per l’inverno di Armando Pirozzi; Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini.

12. Atti osceni. I tre processi di Oscar Wilde di Moisés Kaufman.

13. Gianrico Tedeschi; Milena Vukotic; Giancarlo Ilari.

14. Alessandro Nidi; Torino Danza; Progetto C.Re.S.Co; Festival Tutti matti per Colorno / Teatro Necessario.

15. Richard III, regia di Thomas Ostermeier; Krapp’s Last Tape, regia di Oskaras Koršunovas.

Rossella Battisti

1. Cantico dei cantici di Roberto Latini.

2. La morte e la fanciulla della Compagnia Abbondanza/Bertoni.

4. Massimiliano Civica per Un quaderno per l’inverno.

5. Madame Pink. Commedia con cane e canzone di Alfredo Arias.

6. Giulia Bertasi per Magnificat di Alda Merini, regia di Paolo Bignamini.

7. Roberto Latini per Cantico dei cantici; Filippo Dini per Il borghese gentiluomo.

8. Paola Roscioli in Lireta. A chi viene dal mare; Giulia Lazzarini per Emilia.

9. Luca Zacchini per Un quaderno per l’inverno, regia di Massimiliano Civica.

10. Claudia Marsicano per R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi di Silvia Gribaudi.

11. Un quaderno per l’inverno di Armando Pirozzi; La cerimonia di Oscar De Summa; Heretico. Dopo questo apparente nulla di Simone Perinelli.

12. Alpenstock di Remi de Vos, regia di Angelo Savelli.

13. Umberto Orsini; Giulia Lazzarini; Gigi Proietti.

14. Digital Life; Progetto C.Re.S.Co.

15. Complete Works: Table Top Shakespeare a Romaeuropa, regia di Tim Etchells; A Love Supreme a Fabbrica Europa, di Salva Sanchis, Anne Teresa De Keersmaeker.

Laura Bevione

1. Il cielo non è un fondale, regia di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, uno spettacolo in cui apparentemente non accade nulla ma dove, in verità, accede molto, ovvero la “rivincita” – senza trionfalismi però – della nostra fragilità, quella debolezza che è, in realtà, virtù, in quanto consente di rimanere autenticamente umani.

2. Chroma_don’t be frightened of turning the page di Alessandro Sciarroni, un’azione coreografica fondata sulla lentezza e sull’ascolto, una danza prolungata e apparentemente monotona ma che, in realtà, coincide a un’immersione senza filtri di sorta nell’interiorità del coreografo/performer; And it burns burns burns. Quadro finale del Prometeo di Simona Bertozzi, una danza formalmente inappuntabile, fluida ed equilibrata, potente eppure delicatamente vulnerabile; Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di Francesca Pennini/CollettivO CineticO, un concentrato e ragionato discorso sulla fisicità e sul simbolismo del corpo del ballerino articolato in una coreografia cangiante e incalzante, sorretta da ironia e straripante inventiva.

3. Festival Terreni Creativi, organizzato da Kronoteatro e Maurizio Sguotti, una stagione teatrale e un festival organizzati – ogni anno con crescenti difficoltà e sacrifici – in un’area teatralmente periferica, puntando sulla formazione di un pubblico variegato – dagli adolescenti delle scuole agli anziani – e sulla proposta di spettacoli i quali, anziché fra la vasta e “facile” offerta del teatro commerciale, vengono accuratamente selezionati fra compagnie e artisti protagonisti della scena contemporanea italiana; Futuri Maestri, Andrea Paolucci: coinvolgere e appassionare così tanti bambini e ragazzi al teatro - e alla vita vera che avviene attorno a loro – renderli protagonisti e cittadini consapevoli, è impresa titanica e più che mai “necessaria” e meritevole.

5. Guido Fiorato per La cucina; Gianni Staropoli, disegno luci per Il cielo non è un fondale.

6. Francesco Antonioni per Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground: mescolando Chopin alla musica elettronica crea una “colonna sonora” che non accompagna bensì dialoga e interagisce immaginativamente con la coreografia; Monica Demuru per Il cielo non è un fondale.

7. Lino Musella per Orphans, interprete eclettico e convincente, capace di unire felicemente capacità attoriali, drammaturgiche e registiche; Massimiliano Speziani per Pinocchio, attore intenso e coinvolto, capace di interpretazioni dalle innumerevoli sfaccettature.

8. Paola Tintinelli per Folliar-uno studio, precisione e passione.

9. Christian La Rosa: per la sua interpretazione in Pinocchio di Antonio Latella, in cui è un protagonista ipercinetico, capriccioso, istintivo, egoista e autentico; Matthieu Pastore.

10. Claudia Marsicano, per la capacità di mettersi in gioco sulla scena, sfruttando al massimo i propri poliedrici talenti; Annamaria Ajmone, tecnicamente inappuntabile, ironica e coinvolgente, potente e creativa; Serena Balivo.

11. Il nullafacente di Michele Santeramo, una scrittura poetica e surreale, concettualmente densa, per una riflessione”pacata”, e per questo pervasa da insormontabile inquietudine, su cosa significhi oggi vivere e sopravvivere; Acqua di colonia di Elvira Frosini e Daniele Timpano: con la stralunata fermezza che è la loro peculiare cifra stilistica, in questo testo frutto di letture e ricerche approfondite, Frosini/Timpano costringono ad ammettere – e a tentare di redimere – la propria smemoratezza storica e il proprio ipocrita atteggiamento politically correct.

13. Antonio Tarantino, uno dei maggiori drammaturghi viventi, il cui talento tagliente è stato scoperto tardi e, pare, altrettanto velocemente, risulta in fase di caduta nell’oblio. Dovuto dunque il riconoscimento a un autore che mai ha accettato compromessi, conservando con ostinata coerenza e malinconico disincanto uno sguardo limpidissimo sul mondo e sul teatro.

14. PAV-Fabulamundi: di drammaturgia contemporanea - italiana e straniera - si parla molto ma pochissime sono le iniziative che realmente si preoccupano di favorirne la maturazione e la diffusione. Una di queste è sicuramente Fabulamundi, che ha consentito a drammaturghi italiani di vaglia di farsi conoscere all’estero e ai nostri artisti e al nostro pubblico di familiarizzare con quanto realizzato in altri paesi europei, sovente negletti quale la Romania; Progetto C.Re.S.Co: dalla sua fondazione non soltanto un importante osservatorio critico sulle politiche teatrali del nostro paese, ma un “pensatoio” sulle questioni teoriche suscitate dalla scena contemporanea e un propulsore di iniziative finalizzate a una più convincente presenza delle differenti realtà artistiche nel contesto politico – sociale - culturale del nostro paese; Marco Caselli Nirmal, per la capacità i cogliere con l’obiettivo della macchina fotografica il senso profondo di uno spettacolo restituendolo in immagini di raffinata eloquenza.

15. Five Easy Pieces di Milo Rau: come trattare un tema urticante come la pedofilia e portare in scena performer “sensibili” come i bambini con rispetto e intelligenza, tramutando l’indignazione in sferzante poesia; 50 Grades of Shame di She She Pop: il collettivo tedesco combina un romanzo di successo e il dramma di Wedekind per parlare del corpo e della “vergogna” – o della “non vergogna” che la sua esposizione comporta nella nostra contemporaneità. Letteratura, testimonianze personali e un complesso congegno visivo convergono nel costruire uno spettacolo che colpisce per la sua intelligente spregiudicatezza; Cold Blood di Michèle Ann De Mey e Jaco Van Dormael: uno spettacolo di rara meraviglia che sa tramutare l’angoscia del vivere - e del morire - in arguto sorriso.

Mario Bianchi

1. Macbettu, regia di Alessandro Serra (Sardegna Teatro); Assassina, della Compagnia Vetrano/Randisi; Il desiderio segreto dei fossili di mare della Compagnia Maniaci d’Amore.

2. La morte e la fanciulla della Compagnia Abbondanza Bertoni; R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi di Silvia Gribaudi.

3. Fuori Luogo, La Spezia: per la cura e l'organizzazione mostrata nel creare una programmazione di alto contenuto artistico che guarda al Contemporaneo, in tutti i suoi aspetti, in un contesto difficile come La Spezia; Teatringestazione Napoli Altofest: per il processo di rigenerazione urbana artistica e politica di una città così particolare come Napoli in un luogo come il quartiere Sanità. Festival gratuito e totalmente autofinanziato; Kronoteatro per Terreni Creativi, Albenga: per la cura operata riguardo ad una manifestazione così particolare in luoghi così particolari come le Serre di Albenga in cui per tre sere il Teatro forma una comunità di spettatori veri che convive con operatori e artisti.

4. Alessandro Serra per Macbettu; Massimiliano Civica per Un quaderno per l'inverno.

5. Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe di Ravenna; Gianni Staropoli (luci) per Corpus Hominis; New Horizon della Compagnia Enzo Cosimi; Il cielo non è un fondale di Deflorian/Tagliarini.

6. Francesco Antonioni per Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di CollettivO CineticO; Giancarlo Misiti per Cantico dei cantici di Roberto Latini; Monica Demuru per Il cielo non è un fondale di Deflorian-Tagliarini.

7. Riccardo Goretti per La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo; Leonardo Capuano per Macbettu; Lino Musella per Orphans.

8. Paola Tintinelli per tutti gli spettacoli di Astorri Tintinelli; Simona Bertozzi per And It burns, burns, burns. Quadro finale del Prometeo.

9. Chrisian La Rosa per Pinocchio; Leonardo Lidi per Delitto e castigo; Mathieu Pastore per Opera Panica.

10. Claudia Marsicano per R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi; Marina Occhionero per La cerimonia; Serena Balivo per tutti gli spettacoli della Piccola Compagnia Dammacco.

11. La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; Il nullafacente di Michele Santeramo; Un quaderno per l'inverno di Armando Pirozzi.

13. Antonio Tarantino.

14. Le pubblicazioni di Teatro Akropolis: “Testimonianze ricerca azioni” precede ogni anno l’inizio delle attività della compagnia  genovese ed è l’occasione per lasciare una traccia e fornire uno strumento per accostarsi alla parte più profonda della ricerca teatrale e del pensiero ad essa legato. L’iniziativa non nasce solo per fornire un apparato critico e teorico al lavoro degli artisti. Si tratta di un’operazione culturale al di là del tradizionale ambito di studio accademico, per arrivare a stabilire un confronto che porti un contributo originale al dibattito sulle forme artistiche contemporanee; Alessandro Berti, Progetto Casa Vuota: per aver creato una particolarissima scuola di teatro di un solo anno che si svolge in due momenti settimanali (uno al mattino, l'altro alla sera) indagando al mattino sul corpo, la preparazione fisica preverbale e la sera il rapporto col testo. Nel corso dei mesi, il lavoro riesce nell'intento di avvicinare questi due ambiti apparentemente opposti, per ricreare “quell'esperienza espressiva complessa che chiamiamo 'teatro'”; PAV-Fabulamundi, per aver creato una serie di possibilità di scambio sulla drammaturgia europea, esportando quella italiana soprattutto in Francia, e facendo così di fatto un'attività di supplenza a iniziative che di solito sono appannaggio di ministeri e centri culturali all'estero. nell'arco di una serie di progetti, da face a face a Fabulamundi, si è andato disegnando un circuito europeo che coinvolge oggi 12 paesi nella traduzione e nello scambio di drammaturgia contemporanea, contribuendo alla conoscenza e alla diffusione delle scritture per la scena nei vari paesi europei.

15. Five Easy Pieces di Milo Rau.

GIOVANNI BOCCIA ARTIERI

1. Cantico dei cantici (Fortebraccio Teatro), regia di Roberto Latini. Una laicizzazione del sacro in cui la poetica delle parole sposa quella del corpo, restituendoci l’intimità più profonda del sentire.

2. And It burns, burns, burns. Quadro finale del Prometeo (Nexus 2017), coreografia di Simona Bertozzi; L'assenza (FC@PIN.D’OC), coreografia di Paola Bianchi; R.OSA/ 10 esercizi per nuovi

Virtuosismi (La Corte Ospitale), di Silvia Gribaudi, Performing art, Associazione Culturale Zebra, Santarcangelo Festival.

3. Inferno. Chiamata pubblica per la “Divina Commedia” di Dante Alighieri, Ravenna Festival, Ravenna Teatro / Teatro delle Albe, regia di Marco Martinelli e Ermanna Montanari. L’attivarsi civico come poetica del teatro; Futuri Maestri, Teatro dell’Argine, regia di Andrea Paolucci. Una vibrante energia nel contagio del teatro, intenso e commovente esempio di partecipazione generazionale.

4. Roberto Latini per Cantico dei cantici; Romeo Castellucci per La democrazia in America.

5. Über Raffiche (nude expanded version), Motus, Santarcangelo Festival, regia di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò. Per la resa cinematografica dello spettacolo dal vivo; La democrazia in America, Societas Raffaello Sanzio, deSingel International Artcampus, Wiener Festwochen, Festival Printemps des Comédiens à Montpellier, National Taichung Theatre in Taichung, Taiwan, Holland Festival Amsterdam, Schaubühne-Berlin, Festival d’Automne à Paris, Le Manège - Scène nationale de Maubeuge, Teatro Arriaga Antzokia de Bilbao, São Luiz Teatro Municipal, Peak Performances Montclair State University, di Romeo Castellucci. Per la capacità di mettere in scena la perdita dell’innocenza di un’intera nazione.

6. Gianluca Misiti per Cantico dei cantici, Fortebraccio Teatro; Francesco Antonioni per Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground,.

7. Roberto Latini per Cantico dei cantici.

8. Silvia Calderoni e il collettivo femminile di Über Raffiche (nude expanded version), Motus, Santarcangelo Festival, per la capacità corale di dare vita ad un quadro fluido tra corpi e parole in un loop emotivo.

10. Claudia Marsicato per R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi.

11. Acqua di colonia Romaeuropa Festival, Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse, Accademia degli artefatti, regia di Elvira Frosini, Daniele Timpano.

13. Antonio Tarantino.

14. Fuori Luogo, per l’impegno nella produzione di giovani gruppi indipendenti, ospitati anche in lunghi periodi di residenza e per la capacità di portare su un territorio “impermeabile” al nuovo la scena contemporanea, e per la volontà di crescere il giovane pubblico attraverso le attività laboratoriali.

15. I Cure di Ivo Dimchev; cop. Humarts Foundation, Impulstanz Vienna, Mousonturm Frankfurt, Rotterdam Schouwburg; Ravemachine id. Doris Uhlich; lc. Gerald Pappenberger; s. Boris Kopeinig; int. Michael Turinsky, Doris Uhlich; cop. brut, WUK performing arts, insert (Theaterverein).

SILVIA BOTTIROLI

2. Chroma_don’t be frightened of turning the page di Alessandro Sciarroni, per la vulnerabilità, la tenacia, la chiarezza intellettuale e il rigore esecutivo (in una parola, la grazia); Sleep Technique di Dewey Dell: per il gesto fortemente personale con cui, ancora una volta, Dewey Dell entra nel panorama della danza europea da straniero e ne scuote nel profondo alcuni paradigmi e sintagmi, forte di una libertà espressiva che è innanzitutto una libertà etica, e che si sostanzia in scena grazie a un lavoro serissimo e profondo di ricerca sui materiali e sulle fonti prima ancora che sul linguaggio coreografico e sulla scrittura scenica.

3. Elementare, Associazione Ubu per Franco Quadri, a cura di Piersandra Di Matteo: per portare nel discorso italiano la questione della curatela delle arti performative, creando occasioni fondamentali di incontro e scambio con figure internazionali attorno a tematiche e a problemi estetici e politici centrali per le arti contemporanee. Inoltre, per la scelta della modalità del seminario, la parità di posizioni che essa crea e la qualità degli scambi che rende possibili: un gesto curatoriale di cui il teatro italiano ha bisogno; Wash Up di Santarcangelo dei Teatri, per aver rilanciato il lavoro sul territorio e la relazione con ragazze e ragazzi di Santarcangelo, in un gesto emancipatorio capace di dare spazio e possibilità, moltiplicare le risorse e gli sguardi, e slittare dalla formazione alla co-creazione, anche grazie alle capacità e competenze di produzione e di relazione maturate dal gruppo di lavoro del festival nel suo complesso.

4. Francesca Grilli per The forgetting of air, per l’equilibrio con cui affronta tematiche e immaginari di assoluta attualità politica, facendone un gesto poetico e creando uno spazio di autentica condivisione con le spettatrici e gli spettatori. Per la delicatezza e la sapienza del lavoro con performer non professionisti.

6. HM House Music di Strasse, per la delicatezza e la capacità di ascolto attivate nei confronti delle cittadine e dei cittadini coinvolti nelle diverse città in cui il progetto viene presentato, e per aver orchestrato e tenuto insieme un panorama sonoro dell’Italia contemporanea, che è anche un archivio vivente delle generazioni e delle culture che vi convivono.

7. Francesco Alberici e Antonio Tagliarini per Il cielo non è un fondale, come riconoscimento alle loro individualità irriducibili, già viste alla prova in altre produzioni, e al loro lavoro corale.

8. Chiara Fumai* (in memoria); Daria Deflorian e Monica Demurule per Il cielo non è un fondale, come riconoscimento alle loro individualità irriducibili, già viste alla prova in altre produzioni, e al loro lavoro corale.

10. Ondina Quadri per Raffiche di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò/ Motus, splendida anche grazie al rapporto di sorellanza di scena con altrettanto splendide attrici di diversa formazione e carisma; Claudia Marsicano per R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi di Silvia Gribaudi per la levità, l’ironia, l’intelligenza con cui si misura con una dimensione virtuosistica.

11. La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; Da parte loro nessuna domanda imbarazzante di Chiara Lagani e Fiorenza Menni.

12. Time has fallen asleep in the afternoon sunshine (re-writing) di Mette Edvardsen, per la fiducia nella parola scritta e detta, il gesto d’amore verso i luoghi in cui il sapere si forma, si conserva e si scambia, e il gesto di fiducia verso l’incontro; e anche come segnalazione di una delle personalità più interessanti della scena contemporanea e dell’ostinato lavoro culturale condotto da Xing a Bologna che in questi anni l’ha più volte presentata al pubblico italiano

13. Carla Totò; Antonio Tarantino.

15. Five Easy Pieces di Milo Rau, per lo sguardo lucido sul presente, l’invenzione di un nuovo paradigma di teatro politico, la lezione magistrale di regia e riflessione sui rapporti di potere presenti nella società, nell’informazione e nella creazione artistica. E anche come uno dei segni del lavoro congiunto di alcuni festival del contemporaneo – Short Theatre, Terni Festival e Contemporanea di Prato – per sostenere e diffondere in Italia la creazione scenica internazionale.

Roberto Canziani

1. Macbettu di Alessandro Serra.

2. Chroma_don’t be frightened of turning the page di Alessandro Sciarroni e R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi di Silvia Gribaudi.

3. Il festival Vie, a Modena e dintorni.

4. Stefano Cordella per la dilogia cechoviana della compagnia Oyes (Vania e, quest'anno, Io non sono un gabbiano)

5. Raffiche di Motus in versione Grand Hotel (a me è capitato di vederla in una suite all'ultimo piano dell'Hotel Carlton di Bologna, con le sirene della polizia in giardino).

7. Lino Musella per alcuni degli spettacoli cui mi è capitato di assistere in questa stagione e, dentro i termini cronologici dei Premi Ubu 2017, in particolare per Le Baccanti, visto al Teatro degli Scavi di Pompei, regia Andrea De Rosa.

8. Le otto interpreti di Raffiche: Silvia Calderoni, Ilenia Caleo, Sylvia De Fanti, Federica Fracassi, Ondina Quadri, Alexia Sarantopoulou, Emanuela Villagrossi, I-Chen Zuffellato.

9. Angelo Campolo.

10. Federica Rosellini.

11. Trittico delle bestie di Niccolò Matcovich.

12. Lampedusa di Anders Lustgarten.

13. Giuliana Lojodice.

15. The Great Tamer di Dimitris Papaioannou, Napoli Teatro Festival.

Moreno Cerquetelli

1. Ragazzi di vita di Massimo Popolizio; Il sindaco del rione Sanità di Mario Martone; La democrazia in America di Romeo Castellucci.

2. Nell'aere - Inferno #5 di Balletto Civile; Corpus Hominis di Enzo Cosimi; La morte e la fanciulla della Compagnia Abbondanza Bertoni.

3. Progetto Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe; Progetto Fantasmi di Nanni Garella.

4. Filippo Dini per Rosalind Franklin. Il segreto della vita; Gabriele Lavia per L’uomo dal fiore in bocca... e non solo; Valter Malosti per Il giardino dei ciliegi.

5. La democrazia in America, scene e luci di Romeo Castellucci; Chiedi chi era Francesco di Andrea Adriatico, scene e costumi di Andrea Barberini; L’uomo dal fiore in bocca... e non solo di Gabriele Lavia, scene di Alessandro Camera.

6. Massimiliano Gagliardi per La vedova scaltra di Gianluca Guidi.

7. Fabrizio Bentivoglio per L’ora di ricevimento; Massimo Ghini per Ciao; Saverio La Ruina, per Masculu e Fiammina.

8. Roberta Caronia per Ifigenia in Cardiff; Federica Fracassi per Erodias; Licia Lanera per The Black’s Tales Tour.

9. Lorenzo Grilli; Josafat Vagni; Fabrizio Falco.

10. Petra Valentini; Giulia Andò; Elisa Gabrielli.

11. L’ora di ricevimento di Stefano Massini; Il genio dell’abbandono di Wanda Marasco; La democrazia in America di Claudia Castellucci e Romeo Castellucci.

12. La cena delle belve di Vahè Katchà; Ifigenia in Cardiff di Gary Owen; Rosalind Franklin. Il segreto della vita di Anna Ziegler.

13. Franco Branciaroli; Giulia Lazzarini; Glauco Mauri.

15. 50 Grades of Shame di She She Pop; Oedipus Rex di Rimas Tuminas; The Rage di Maja Kleczewska.

Gaia Clotilde Chernetich

1. Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, per la sua capacità di rinnovare profondamente il linguaggio drammaturgico e la pratica della scena orientando efficacemente lo sguardo allo stesso tempo sul panorama generale dominato dalla crisi, ma anche su qualità specifiche dell’umano, del suo sguardo teatrale e della sua transnazionalità.

2. Bestie di scena di Emma Dante, perché contribuisce all’estensione di un’ormai vecchia categorizzazione delle arti della scena, dando respiro allo stesso tempo alla danza e al teatro nella piena consapevolezza degli strumenti e delle estetiche del cosiddetto “teatro-danza” europeo che, rinnovandosi, trova piena cittadinanza anche nel XXI secolo assecondando le categorie di “danza” e “prosa” in funzione di una teatralità priva di confini; La morte e la fanciulla della Compagnia Abbondanza Bertoni; R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi di Silvia Gribaudi.

3. Scenario Pubblico, Catania; Aldes/Roberto Castello, Lucca.

4. Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di CollettivO CineticO, per la capacità di esprimere attraverso un linguaggio che assegna al corpo una chiara predominanza drammaturgica una piena sapienza registica a partire da uno dei maggiori archetipi della storia teatrale riscritto secondo la visione e la sensibilità contemporanee.

5. Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di CollettivO CineticO.

6. Daniele Roccato, musiche originali per Cantico dei Cantici di Virgilio Sieni; Francesco Antonioni, musiche originali per Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di CollettivO CineticO.

7. Alessandro Sciarroni per Chroma_don’t be afraid of turning the page; Jacopo Jenna per Come as you are di Kinkaleri/Cango.

8. Monica Demuru per Il cielo non è un fondale; Francesca Zaccaria per Alfa. Appunti sulla questione maschile.

9. Daniele Ninarello.

10. Francesca Pennini; Chiara Bersani; Francesca Turrini.

11. Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini.

13. Antonio Tarantino.

14. Fabula Mundi.

15. The Great Tamer di Dimitris Papaiannou.

Tommaso Chimenti

1. American Buffalo di Marco D'Amore; Heretico. Dopo questo apparente nulla di Leviedelfool; Personale Politico Penthotal. Opera rap per Andrea Pazienza di Fratelli Dalla Via.

2. The Olympic Games di Chiara Bersani e Marco D'Agostin; Alfa - appunti sulla questione maschile di Roberto Castello (produzione Aldes); La morte e la fanciulla di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni.

3. Tenuta dello Scompiglio, Lucca; Teatro a Corte, Torino; Teatri del Sacro, Ascoli.

4. Bob Wilson per Hamletmachine, Spoleto; Massimo Popolizio per Ragazzi di vita; Laura Sicignano per Andy Warhol superstar.

5. Hamletmachine di Bob Wilson; Wonderland - cchiù scuru di mezzanotti un pò fari del Teatro Stabile Bolzano; Prima della pensione. Ovvero cospiratori di Elena Bucci e Marco Sgrosso.

6. Personale Politico Penthotal. Opera rap per Andrea Pazienza di Fratelli Dalla Via; Concerto per Amleto di Fabrizio Gifuni.

7. Simone Perinelli per Heretico. Dopo questo apparente nulla; Umberto Terruso per Collaborators; Tommaso Amodio per Collaborators.

8. Cinzia Spanò per La moglie. Viaggio alla scoperta di un segreto; Claudia Marsicano per Heretico. Dopo questo apparente nulla; Valentina Beotti per Duet.

9. Michele Di Giacomo; Francesco Meola.

10. Marta Pizzigallo; Elena Cotugno; Sara Putignano.

11. Lo soffia il cielo. Un atto d’amore di Stefano Cordella e Massimo Sgorbani; L'ora di ricevimento di Stefano Massini; La paranza dei bambini di Mario Gelardi e Roberto Saviano.

12. The invisible city di Daniele Bartolini; L'arte del teatro di Pascal Rambert.

13. Antonio Tarantino; Enzo Vetrano/Stefano Randisi; Giuliano Scabia;

14. Festival della Fiaba, direzione Nicoletta Giberti, Modena; MaMiMò, Reggio Emilia; Lenz Rifrazioni, Parma; Accademia Nico Pepe, Udine; Teatro dell'Orsa, Reggio Emilia.

15. Fiers à cheval della Compagnie des Quidams (Teatro a Corte,Torino); Lo único que necesita una gran actriz, es una gran obra y las ganas de triunfar della compagnia messicana Vaca 35 (Trasparenze, Modena); Schönheitsabend di Florentina Holzinger e Vincent Riebeek  (Terni Festival).

Rita Cirio

1. Ragazzi di vita, regia di Massimo Popolizio.

4. Massimo Popolizio per Ragazzi di vita.

5. Le parole lievi. Cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato di Armando Punzo.

7. Tutti gli attori di Ragazzi di vita di Massimo Popolizio.

8. Giulia Lazzarini per Emilia.

9. Tutti gli attori under 35 di Ragazzi di vita; tutti gli allievi dell’Accademia Silvio d’Amico per Hamletmachine di Bob Wilson.

10. Lucrezia Guidone, tutte le allieve dell’Accademia Silvio d’Amico per Hamletmachine di Bob Wilson.

11. La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro.

12. Pezzo di plastica di Mario von Mayenburg, versione italiana di Umberto Gandini.

13. Glauco Mauri, Adriana Asti.

14. Rassegna di Drammaturgia Contemporanea alla Piccola Corte di Genova,

15. Nicht Schlafen di Alain Platel; Tristan oder Isolde. Ein Pastiche + Alla fine del mare di Anna-Sophie Mahler; NO43 Könts di Ene-Liis Semper e Tiit Ojasoo.

Franco Cordelli

1. American Buffalo di Marco D’Amore.

2. Corpus Hominis di Enzo Cosimi.

3. VERSOTERRA. A chi viene dal mare di Mario Perrotta.

4. Filippo Dini per Il borghese gentiluomo.

7. Marco D’Amore per American Buffalo.

8. Paola Roscioli per Lireta. A chi viene dal mare.

9. Vincenzo Nemolato.

10. Petra Valentini.

12. Disgraced di Ayad Akhtar (regia e traduzione di Jacopo Gassmann)

13. Umberto Orsini.

Masolino d’Amico

Cari amici – ecco i miei voti. Con due premesse. 1) Purtroppo al mio giornale il teatro interessa sempre meno, quindi ho poco spazio e vedo quasi solo spettacoli “importanti”, trascurando così quelli “piccoli” che tanto spesso sono i più interessanti. 2) Non seguo la danza e anzi (ve lo dovevo dire prima, in sede di raccolta di suggerimenti, ma a che serve andare contro le tendenze?) sono contrario a tutto quello che non mette al centro del teatro la parola – immagine e gesto per me andrebbero addirittura scoraggiati, nei nostri tempi dove tutto è visivo. Ma fate voi. Insomma non voto sulla danza, come non voto sulla musica (ne so poco), e nemmeno sul miglior progetto curatoriale. Anche l’UBU alla carriera non saprei a chi darlo. Cosa resta?

1. Il sindaco del rione Sanità di Mario Martone; Afghanistan: il grande gioco di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani; Atti osceni. I tre processi di Oscar Wilde di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia.

4. Marco D’Amore per American Buffalo; Mario Martone per Il sindaco del rione Sanità; Massimo Popolizio per Ragazzi di vita.

5. Alessandro Camera per L’uomo dal fiore in bocca; Dario Gessati per Miseria e nobiltà.

7. Massimiliano Gallo per Liolà; Fabrizio Bentivoglio per L'ora di ricevimento.

8. Elena Bucci per Il giardino dei ciliegi; Malika Ayane per Evita.

9. Vincenzo Nemolato per American Buffalo.

10. Elena Cotugno per Medea per strada.

11. Nessun luogo è lontano di Giampiero Rappa; Tempi nuovi di Cristina Comencini; La domanda della regina di Giuseppe Manfridi e Guido Chiarotti.

14. Gianpiero Borgia e il Teatro dei Borgia per Medea per strada.

15. The Complete Deaths di Tim Crouch; The Rage di Maya Kleczewska.

Titti Danese

1. Cantico dei cantici di Roberto Latini; Ragazzi di vita di Massimo Popolizio.

2. La morte e la fanciulla della Compagnia Abbondanza Bertoni.

3. VERSOTERRA. A chi viene dal mare di Mario Perrotta.

4. Massimo Popolizio per Ragazzi di vita; Mario Martone per Il sindaco del rione Sanità; Emma Dante per Bestie di scena.

5. Madame Pink. Commedia con cane e canzoni: costumi e musica in un trionfo di colori e luci.

7. Roberto Latini per Cantico dei cantici.

8. Paola Roscioli per Lireta. A chi viene dal mare; Daria Deflorian per Il cielo non è un fondale.

9. Ai giovani attori de Il sindaco del rione Sanità: Raffaele Bonomo, Adriano Pantaleo, Salvatore Presutto, Mimmo Esposito, Armando De Giulio, Daniele Baselice.

10. Elena Cotugno per Medea per strada; Claudia Marsicano per R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi.

11. Un quaderno per l’inverno di Armando Pirozzi; La cerimonia di Oscar De Summa.

12. Alpenstock di Rémi De Vos.

13. Umberto Orsini; Giulia Lazzarini.

14. Fabrizio Arcuri: direttore artistico e autore di mille progetti, ideatore di molti festival, regista eclettico e appassionato.

15. Works: Table Top Shakespeare di Tim Etchells; Material Men redux di Shobana Jeyasingh; Richard III di Thomas Ostermeier.

Tiberia De Matteis

1. Odissea a/r di Emma Dante.

4. Serena Sinigaglia per Rosalyn; Marco D’Amore per American Buffalo.

5. Americani. Glengarry Glen Ross, regia di Sergio Rubini.

7. Marco D’Amore per American Buffalo.

8. Giulia Lazzarini per Emilia.

9. Francesco Montanari per Americani. Glengarry Glen Ross.

11. Rosalyn di Edoardo Erba.

13. Giuseppe Pambieri; Mariano Rigillo.

15. Habla Cassandra di Rhea Volij.

Francesca De Sanctis

1. Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe per la potenza di uno spettacolo corale che rende vive le parole di Dante.

2. R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi di Silvia Gribaudi, per l'ironia con cui porta in scena il corpo.

3. Nest, per il prezioso lavoro svolto in un quartiere periferico di Napoli

4. Marco Martinelli ed Ermanna Montanari per Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri, che ha coinvolto centinaia di semplici cittadini trasformati in attori.

5. Alessandro Serra per Macbettu, per aver costruito attraverso luci, scene e costumi un mondo ancestrale di rara bellezza.

6. Pinuccio Sciola e Marcellino Garau per aver costruito in Macbettu, attraverso le pietre sonore, un paesaggio sonoro quasi ipnotico.

7. Francesco Di Leva per l'interpretazione efficace di don Antonio Barracano ne Il sindaco del rione Sanità con la regia di Mario Martone.

8. Giulia Lazzarini in Emilia per la naturalezza con cui riesce ogni volta a rendere così veri i suoi personaggi.

9. Adriano Pantaleo ne Il sindaco del rione Sanità per aver curato con attenzione tutte le sfumature del personaggio.

10. Marina Occhionero per la sorprendente interpretazione in La cerimonia di Oscar De Summa.

11. Un quaderno per l'inverno di Armando Pirozzi, regia di Massimiliano Civica, per la maniera originale in cui parla della forza della poesia e della letteratura.

12. Emilia di Claudio Tolcachir, per aver analizzato in questo testo tutte le sfaccettature di un amore malato.

13. Antonio Tarantino.

14. Ex Asilo Filangieri di Napoli per il modo cui i lavoratori dello spettacolo portano avanti la gestione partecipata  di uno spazio pubblico dedicato alla cultura.

15. Genesis 6, 6-7 di Angelica Liddell per la capacità che ha di stimolare lo spettatore di fronte ai tanti interrogativi che lo spettacolo pone.

Stefano De Stefano

1. Il sindaco del rione Sanità di Eduardo De Filippo, regia di Mario Martone.

2. Aria di Emiliano Pellissari.

3. Glob(e)al Shakespeare a cura di Gabriele Russo.

4. Luciano Melchionna per Dignità autonome di prostituzione e per Spoglia-toy.

5. Spoglia-toy di Luciano Melchionna.

6. Mozzarella-N-I-G-G-A Lab di Maurizio Capone presentato all’ultimo NTFI.

7. Toni Servillo per Elvira.

8. Licia Maglietta per Amati enigmi.

9. Adriano Pantaleo per Il sindaco del rione Sanità.

10. Petra Valentini per Elvira.

11. Raccogliere & Bruciare - ingresso a Spentaluce di Enzo Moscato.

12. Emilia di Claudio Tolcachir.

13. Roberto Herlitzka.

14. Michele Santeramo per la sua riduzione e traduzione di Tito dalla Tragedy of Titus Andronicus di Shakespeare.

15. Belgian Rules/Belgium Rules di Jan Fabre.

Rodolfo Di Giammarco

1. Raccogliere & Bruciare - ingresso a Spentaluce di Enzo Moscato; Ragazzi di vita di Massimo Popolizio; Un quaderno per l’inverno di Massimiliano Civica.

2. Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di Collettivo Cinetico; Sleep Technique di Dewey Dell; Chroma_don’t be frightened of turning the page di Alessandro Sciarroni

3. Il sindaco del rione Sanità di Mario Martone e il Nest, perché mette l’iniziativa registica di Martone in sintonia con un luogo esplicitamente, ma anche efficacemente ai margini della Napoli teatrale; il lavoro che Emma Dante ha fatto sulla Scortecata, che va a riscrivere Giambattista Basile col contributo fisico, espressivo, territoriale e strettamente discendente dalle pratiche della sua compagnia ad opera dei tre attori anche female-impersonator; Macbettu, un progetto che esce fuori da tutte le strategie convenzionali, un progetto tutto al maschile, con una modalità fortemente vincolata all'idioma sardo, tendenza di inflessioni dialettali generalmente auspicabile per una percezione più sonora e corporea del teatro.

4. Andrea De Rosa per Le Baccanti; Massimo Popolizio per Ragazzi di vita; Massimiliano Civica per Un quaderno per l’inverno.

5. American Buffalo di Marco D’Amore; La cucina di Valerio Binasco; In attesa di giudizio di Roberto Andò.

6. Musiche originali di Demetrio Castellucci e Massimo Pupillo per Sleep Technique di Dewey Dell.

7. Roberto Latini per Cantico dei cantici; Giovanni Franzoni per Atti osceni. I tre processi di Oscar Wilde; Lino Musella per L'Ammore nun'è ammore.

8. Roberta Caronia per Ifigenia in Cardiff; Maddalena Crippa per Richard II; Carolina Rosi per Questi fantasmi!.

9. Davide Gagliardini.

10. Federica Rosellini.

11. Un quaderno per l’inverno di Armando Pirozzi; Masculu e Fiammina di Saverio La Ruina.

12. There has possibly been an incident di Chris Thorpe; The Swallow di Stef Smith.

13. Giulia Lazzarini; Roberto Herlitzka.

14. PAV - Fabulamundi per la sua capacità di intercettare e valorizzare le drammaturgie italiane con risalto da introdurre in culture e scenari esteri; Collettivo Schlab per come questa compagnia diretta da dante antonelli entra nel lavoro, nella scrittura di un autore, per come scardina le partiture drammaturgiche, per come le riscrive, e per come le incarna; Liv Ferracchiati per la trilogia sull’identità, per come elabora i testi, per la sua dichiarata tematica volta all'attraversamento riflessivo, metaforico, fenomenico e anche parodistico delle categorie del sesso e del genere.

15. Genesis 6, 6-7 di Angelica Liddell; Richard III di Thomas Ostermeier.

VINCENZA DI VITA

2. R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi, La Corte Ospitale, Performing art, Associazione Culturale Zebra,Santarcangelo Festival, coreografia di Silvia Gribaudi: lo spettacolo, come suggerito dal titolo, “osa” dedicare una intensa performance coreografica mettendo in scena con coraggio e autenticità il corpo femminile, al di là di ogni stereotipo. Incarnazione di una sensualità viva ed energica, è coinvolgente modalità per una indagine esplorativa del corpo in scena, sia danzato sia messo nell’atto della mera esibizione attoriale.

3. Editoria&Spettacolo: la casa editrice italiana che investe sulla carta stampata e su una editoria di settore, ha da sempre valorizzato la pubblicazione di autori italiani e stranieri di pregio, con cura e minuziosa attenzione. L’impegno politico nella scelta delle poetiche rivela un’autonomia di pensiero e azione che manifesta un coraggioso modo di “fare teatro”; Teatro Mediterraneo Occupato: a Palermo, il collettivo che ha sede in un padiglione della Fiera del Mediterraneo, attua una intensa attività di produzione, formazione e organizzazione. Un punto di riferimento per artisti internazionali, ospita mostre, incontri editoriali e si avvale di sale attrezzate. Il recente progetto “Adiacenze” in collaborazione con l’Ateneo di Palermo è valore aggiunto e mostra la capacità d’inclusione di un luogo “non istituzionale”.

4. Giuseppe Massa per Orli. Massa intrecciando le lingue degli attori africani migranti di quelli italiani, della lingua siciliana e del linguaggio musicale di Lelio Giannetto, in scena con il suo “contrabbasso parlante”. La regia “gioca alla morte” su una scenografia-ring colma di sabbia e angurie-teste-vite-corpi. Sacro e stereotipo religioso sono pretesti, per raccontare una identità molteplice e variegata, che solo nell’abito scenico può davvero divenire catarsi.

5. Autodafé, Lenz Fondazione, regia di Maria Federica Maestri; insieme con l’imagoturgia di Francesco Pititto, l’installazione sonora di Andrea Azzali, il coro lirico diretto da Gabriella Corsaro; in collaborazione con il Teatro Regio di Parma, il Festival Verdi e il Conservatorio Boito di Parma, produzione Lenz. Lo spettacolo è una installazione visiva e teatrale che si avvale di una scenografia eccezionale e, nella collocazione site specific dell’ala napoleonica dell’ex carcere S. Francesco di Parma, diviene compiuto poema sinestetico di una delle parti più interessanti del Don Carlo verdiano.

6. Andrea Azzali, collaboratore stabile di Lenz Fondazione: per tutti gli spettacoli di Lenz nel periodo preso in considerazione. Per la cura e attenzione alle sfumature d’atmosfera. Per il contagio ambientale tra corpi vocali e spazializzazione. L’estensione sonora dona compiutezza a una oniricità carnale a ogni lavoro di Lenz dal 2000 ad oggi.

8. Cinzia Muscolino nel periodo compreso ha collaborato alla realizzazione degli spettacoli: Fidelity Card, Delirio Bizzarro; al progetto Write; con le compagnie Teatro delle Correnti e Pubblico Incanto; ai debutti come attrice di Mari in Cina, nel novembre 2016, e di Lo zompo, nel dicembre 2016 al TMO di Palermo.

10. Claudia Marsicano è truccatrice, costumista, videomaker, fotografa, ma indiscutibilmente una ottima attrice, cantante e danzatrice. Classe 1992, ma presenza scenica “antica” e consapevole. Sulla scena è edotta detentrice del suo stare in scena, sovrastando e contagiando con la sua sensibile, attenta e trascinante verve.

11. Orli di Tino Caspanello scritto per la regia di Giuseppe Massa. Un testo che narra, con raffinata e delicata sensibilità, il tema della mutilazione genitale femminile, imposto da biechi modelli culturali e sociali. Il blu e il gioco e la speranza che smette solo nel momento della ferma morte, la danza, il viaggio, il limite nella soglia metafisica di un mondo (s)conosciuto lascia privi di sedie e stanchi, fa volare, da fermi. La metafora del treno che è la vita, che ritorna qui, non per caso, come in altri testi di Caspanello, ricorda che solo le rotaie possono esemplificare quel binomio durissimo che vita e morte, che sogno e veglia, che teatro e vita identificano e si scambiano vicendevoli. Un matrimonio narrato sarà lo stesso che genera quattro figli come le quattro pareti di un teatro, come i quattro lati di un foglio, come quattro sono le dimensioni e gli elementi con i quali si scontrano le protagoniste vittime di “guardie”. Il gioco diviene infine un massacro, vero e autentico nell’istante del quotidiano vivente.

12. Baal di Giuseppe Isgrò, tratto da Bertolt Brecht: irriverente e musicale il testo con la drammaturgia di Margherita Ortolani, rivela la consueta modalità dell’autrice e attrice nella messa in scena di architetture corali e oniriche, ricorda un certo modo di fare poesia à la Boris Vian. La distribuzione del testo nei corpi e nelle voci degli attori diretti da Giuseppe Isgrò, è oggetto di studio, il suo ideatore è stato invitato dalla International Brecht Society, all’Università di Oxford, per presentare il lavoro, che nasce in seno al progetto di ricerca “Cantieri bavaresi”.

13. Tino Caspanello, per avere raggiunto l’eccellenza in campo autoriale e registico, come manifestato dalle molteplici traduzioni dei suoi numerosissimi testi e rappresentazioni all’estero dei suoi spettacoli. Come organizzatore e curatore di un importante centro di drammaturgia e ideatore del progetto internazionale di scrittura “Write”, è stato e continua a essere maestro di tanti giovani autori e attori. La scelta di dedicare la sua esistenza quotidiana al teatro, nonostante la collocazione marginale nell’entroterra siciliano, fa della sua figura artistica esemplare modello civile.

14. Gianni Staropoli, light-designer e figura di riferimento del teatro contemporaneo e della danza: il suo lavoro creativo disegna realtà mimetiche, con cura, grazia ed esattezza nella comprensione delle diverse ed eterogenee poetiche con cui si confronta; pur essendo riconoscibile nel suo “tocco” di pittura di luce. E la casa editrice Editoria e Spettacolo.

15. Belgian Rules/Belgium Rules di Jan Fabre. Troubleyn/Jan Fabre, Impulstanz Vienna International Dance Festival, Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, Théâtre de LièGE, Concertgebouw Brugge. Jan Fabre è “portavoce dell’inconscio collettivo”. Questo spettacolo evidenzia la ricchezza di motivi artistici e l’interesse per le tematiche d’attualità politica e di cronaca, convogliando in un solo abbraccio istanze di una necessità vitali e coeve.

Lorenzo Donati

1. Assassina di Vetrano/Randisi, via credibile per il teatro d'attore e di regia capace di rinnovare e inventare una tradizione senza mai cadere nel tradizionalismo; L'arte del teatro di Pascal Rambert, monologo di apparente levità con nelle pieghe laceranti domande sul senso della finzione; Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe, “le moltitudini” che guidano il teatro e ne indirizzano le tensioni, come quella di una compagnia con trent'anni di lavoro che si fa guidare indicando anche qui una via per il futuro.

2. Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di CollettivO Cinetico, opera “matura”, manifesto compiuto di un idioletto consolidato, riflessione sulla messa in mostra del corpo e sulla sua capacità di farsi discorso oltre le superfici; Veduta > di MK, spettacolo di osservazione “urbanistico” capace di mostrare le coreografie di uno spazio pubblico e di evidenziare affinità e divergenze con il disegno dei movimenti di ogni rappresentazione; No Title Yet di Kinkaleri e Jacopo Benassi: ci ritroviamo dentro a un loop di immagini dove chi guarda osserva se stesso fotografato in tempo reale, istantanee di fraseggi coreografici non consapevoli poi compiaciuti, ricercati, esibiti.

3. Futuri Maestri del Teatro dell'Argine, progetto “impossibile” con mille giovani in scena, processo capace di porre domande vere alla crescita e all'arte; Festival Teatri della Cupa a Novoli e Campi Salentina (Le), idea di direzione artistica che “semina” tentando di dare corpo a via che media fra domande verticali dell'arte e richieste orizzontali di pubblici diversi; il Cantiere Nuovi Sguardi per un Pubblico giovane del Teatro delle Briciole, percorso che invita artisti della ricerca a confrontarsi con opere pensate per un pubblico infantile (da Teatro Sotterraneo a Silvia Gribaudi, da CollettivO CineticO a Mirto Baliani).

4. Massimiliano Civica per Un quaderno per l'inverno, un minimalismo degli effetti che raggiunge una densità della presenza; il realismo virato al surreale nella regia di Franco Maresco per Tre di Coppie; Fabrizio Pallara orchestratore di oggetti e movimenti e spazi in La mia grande avventura del Teatro delle Apparizioni.

5. Costruire è facile? di Batignani/Faloppa, scena do-it-yourself con il concorso degli spettatori; Federico Tiezzi che spoglia Schnitzler di tutto, ambientandolo in un teatrino anatomico a Pistoia, in un allestimento che mette lo spettatore a pochi centimetri dall'attore (La signorina Else); No Title Yet di Kinkaleri e Jacopo Benassi, per l'idea di una fotografia live che non solo supporta un discorso registico ma lo compenetra.

6. Roberto Rettura per Senza titolo per uno sconosciuto di gruppo nanou, tessitura percussivo melodica con un'alta densità narrativa.

7. Alessandro Berti in Leila della tempesta, capace di dare consistenza quotidiana a un parroco che colloquia con una detenuta tunisina; Alberto Astorri in Un quaderno per l'inverno, personaggio sul filo di stati emotivi contrastanti; Valerio Malorni narratore trasognato in La mia grande avventura.

8. Licia Lanera in The Black’s Tales Tour, interpretazione in cui aleggia un combattimento pieno di divertimento fra biografia e finzione; Paola Tintinnelli in Folliar - uno studio.

10. Serena Balivo; Annamaria Ajmone; Marina Occhionero.

11. La composizione testuale che affianca una riduzione dal romanzo di Elena Ferrante con un intarsio di testi poetici a opera di Chiara Lagani in Da parte loro nessuna domanda imbarazzante; la raccolta di interviste e racconti di Giuliana Musso in Mio Eroe; Saverio Tavano e la scrittura dell'angustia in Formiche.

13. Antonio Tarantino; Danio Manfredini.

14. Ai percorsi formativi e “politici” del Teatro Mediterraneo Occupato di Palermo; allo sprone per la scoperte di nuovi testi del progetto Fabulamundi, concretissima sponda con L'Europa; al rigore scientifico del gruppo di ricerca del Teatro Akropolis, di cui si segnalano in particolare le edizioni testuali raccolte nelle pubblicazioni Testimonianze ricerca azioni; al progetto Casavuota di Alessandro Berti a Bologna, spazio teatrale in un'abitazione privata che diventa regolarmente luogo di incontro con il pubblico, fuori da qualunque mediazione di mercato; ai diversi tentativi che provano ad approssimare i giovani alla creazione teatrale, costruendo contesti che abbattono le soglie di accesso: il progetto Under 25 di Dominio Pubblico a Roma, il Festival 20 30 di Bologna, il progetto La Konsulta del Teatro dei Venti a Modena; i progetti dedicati alla scoperta e conservazione della nuova drammaturgia messi in piedi da Tino Caspanello, come Write, residenza drammaturgica che invita a Pagliara (Messina) scrittori per la scena provenienti da tutta Europa; il teatro “nascosto” nelle forme di musiche tradizionali, rituali, camminate, letture, laboratori, concorsi per il miglior caciocavallo allo Sponz Fest di Calitri (AV), diretto da Vinicio Capossela.

15. Segnalo due spettacoli che mettono in discussione i confini tradizionalmente assestati fra realtà e finzione, manifestando un'instabilità che il teatro oggi potrebbe discutere con particolare vigore: Five Easy Pieces di Milo Rau; Tristesses di Anne-Cécile Vandalem.

Roberta Ferraresi

3. Carrozzerie n.o.t (Roma); Zona K (Milano); Festival Città delle 100 scale (Potenza).

4. Massimiliano Civica per Un quaderno per l'inverno.

5. No Title Yet di Kinkaleri; Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe; La democrazia in America di Romeo Castellucci.

6. Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe; Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di CollettivO CineticO; Cantico dei cantici di Fortebraccio Teatro.

7. Luca Zacchini per Un quaderno per l’inverno; Jacopo Jenna per Not Title Yet, Come As You Are; Roberto Magnani, Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri.

8. Simona Bertozzi per And It burns, burns, burns. Quadro finale del Prometeo; Lucrezia Guidone per La signorina Else.

9. Marco D'Agostin; Christian La Rosa.

10. Serena Balivo; Francesca Pennini; Licia Lanera.

11. Gli Omini (quest'anno lo spettacolo è Più carati, ma la menzione va a una tipologia di scrittura che si riflette su diverse produzioni e di cui quella inserita nella stagione attuale forse non è la prova più significativa); To Be or Not to Be Roger Bernat di Fanny e Alexander; Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe.

13. Antonio Tarantino.

14. Fuori Luogo (La Spezia), per la resistenza nell'attività di programmazione e produzione, di vocazione nazionale, nelle condizioni attualmente di difficoltà nel territorio in cui opera; Fabulamundi (PAV), per il lavoro pluriennale sul confronto fra le drammaturgie in Europa, che si esprime sia nell'introduzione di nuovi testi internazionali in Italia che nell'opportunità di fuoriuscita di scritture nazionali dal Paese, in un contesto di scambio e crescita reciproca; Edizioni Teatro Akropolis, un percorso di editoria ormai continuativo, nato al cuore di un gruppo teatrale non orientato all'auto-narrazione, storicizzazione o promozione, ma alla volta di una riflessione sui temi delle arti sceniche che ogni anno coinvolge personalità diverse (artisti, studiosi, critici di diverse culture, generazioni, tendenze) a confrontarsi sullo stesso campo di indagine; Progetto C.Re.S.Co, per il tentativo negli anni di istituire un dialogo e una riflessione aperti sul sistema del teatro italiano, con una visione di ampio respiro sia in senso sistemico, che territoriale e progettuale; Anne Imhof, Leone d'Oro alle Biennale Arte 2017; Dominio Pubblico, Direction Under 30 del Teatro di Gualtieri, Festival 20 30 (Bologna), la Konsulta (Trasparenze, Modena), progetti diffusi in tutto il Paese che mirano al coinvolgimento di giovani (under 30 o anche 25 o 20) nell'organizzazione e realizzazione di attività teatrali, che in questi mesi si stanno mettendo in rete e in dialogo.

15. Five Easy Pieces di Milo Rau; The Rage di Maja Kleczewska; Tristan oder Isolde. Ein Pastiche di Anna-Sophie Mahler.

Renzo Francabandera

1. Assassina di Franco Scaldati, la poesia di un testo dal sapore antico in un allestimento centrato sul lavoro dell’attore; Macbettu di Alessandro Serra: rileggere e ripensare, aggiungendo al classico la sua essenza antropologica più nitida; Cantico dei cantici di Roberto Latini l’eros della parola antica in una versione per la scena conturbante e a suo modo sconvolgente.

2. La morte e la fanciulla della Compagnia Abbondanza/Bertoni: la visione di questo spettacolo, nel mescolare il classico e il contemporaneo, la naturalezza dei corpi e l’artificio della tecnologia che li racconta, sviluppa un codice che diventa frutto di anni di lavoro di una compagnia sempre attenta alla delicatezza dello sguardo, all’estetica del comporre pensiero.

3. Terreni Creativi Kronoteatro Albenga da anni è l’indimenticabile profumo estivo di una pratica di incontro fra arte e territorio che ha un suo specifico originalissimo e generoso; Carrozzerie N.O.T. è Roma che sfugge alla sua indolenza. Quella parte della città che non chiede. Fa. E crea il nuovo;

Compagnia Zappalà Danza è il frutto dell’albero che si ostina a crescere anche quando non piove, un continuo ricercare di un artista e di tutti gli altri che gli si sono raccolti attorno, percorrendo strade impervie per far crescere la pianta. Un esempio di amore per l’arte.

4. Alessandro Serra per Macbettu; Antonio Latella per Pinocchio; Roberto Latini per Cantico dei cantici.

5. Carlo Sala per Afghanistan: il grande gioco.

6.Francesco Antonioni per Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground, di CollettivO CineticO.

7. Lino Musella per il suo saper stare in scena con una potenza generosa e mai egoistica, che anche in Orphans trova esemplificazione; Leonardo Capuano per il suo Macbettu che respira una ancestralità capace di accentrare senza monopolizzare. Da anni uno degli attori più intensi del panorama nazionale; Roberto Latini per Cantico dei cantici: è nell’essere attore e pensatore di Roberto Latini, nel saper delicatamente modulare amore sacro e amore profano.

8. Paola Tintinelli una delle migliori interpreti del nostro teatro, attrice e artista mai scontata, la cui ricchezza è nel contributo creativo che offre ad ogni progetto di cui si è fatta parte, con generosità e creatività che hanno pochi eguali, continuando a praticare il teatro nelle sue accezioni meno agevoli. Per Folliar e le tante altre cose spesso difficili da vedere in giro ma che implicano sempre silenziose dichiarazioni d’amore al teatro; Valentina Picello giunta ormai alla maturità espressiva, la Picello dona agli spettacoli di cui è interprete una tinta riconoscibile seppure nella sua continua diversità, da Opera Panica alle altre produzioni di cui è stata interprete nella stagione.

9. Matthieu Pastore uno dei maggiori talenti del nostro teatro giovane, a qualsiasi genere di prosa si applichi. Una versatilità rara fra contemporaneo e classico; Francesco Sferrazza Papa per il saper proporre chiavi di lettura dei suoi personaggi sempre ambigue e che trasmettono senso di irrequieta compostezza e composta irrequietezza.

10. Camilla Semino Favro, un talento cristallino al servizio di una prosa che trova sempre nel suo interpretare una cifra peculiare e unica; Serena Balivo sicuramente nel recente passato e nella pratica attorale continua, una delle interpreti dal calibro più particolare e denso che si possano incontrare oggi in Italia.

12. Gli autori di Afghanistan: il grande gioco.

13. Antonio Tarantino. La sua scrittura è stata compagna di viaggio della mutazione della drammaturgia italiana negli ultimi trenta anni, e lui spesso il pilota.

14. Altofest – Teatringestazione l’idea di unire la Napoli del quotidiano alla pratica dell’arte, accogliendo gli artisti, gli operatori e gli spettatori nella giornata, nelle case, nell’intimo, crea una miscela di valore umano assoluto; Teatro Mediterraneo Occupato è il pensiero mai stanco e addomesticato di una Sicilia che vuole cambiare da dentro coltivando i suoi straordinari talenti; Progetti editoriali Teatro Akropolis è l’idea che studio, pratica e arte dal vivo possano fondersi verso la ricerca del teatro inteso come rito antico e sempre moderno; FuoriLuogo La Spezia un chiaro esempio di una generazione di artisti e operatori che prova quotidianamente ad includere il cambiamento in un territorio che spesso fatica ad accogliere il nuovo. Per lo sforzo di produzione di giovani gruppi indipendenti, ospitati anche in lunghi periodi di residenza; per la capacità di portare su un territorio altrimenti impermeabile alcune importanti voci del contemporaneo (da Motus a Danio Manfredini); per il lavoro di formazione del giovane pubblico, svolto attraverso una rete di laboratori nelle scuole superiori delle città (con l’apporto di ‘esperti' come la non-scuola delle Albe). Per il coraggioso tentativo, in definitiva, di lavorare su un doppio fronte: rendere ‘fertile’ il territorio dall'interno, ma allo stesso tempo contribuire a farne una parte integrante e attiva del più ampio sistema teatrale italiano.

15. Bimbo di Suzan Boogaerdt e Bianca Van der Schoot, per la costruzione di una costrizione. Uno spettacolo che obbliga a scegliere, a pensare; Krapp’s Last Tape di Oskaras Koršunovas: la prosa e la recitazione offerti come nei migliori manuali del teatro; Nicht Schlafen (Non dormire) di Alain Platel, uno spettacolo di teatro danza degno della miglior tradizione europea.

Laura Gemini

1. Cantico dei cantici, Fortebraccio Teatro, regia di Roberto Latini.

2. And It burns, burns, burns. Quadro finale del Prometeo, Nexus 2017, coreografia di Simona Bertozzi; L'assenza, coreografia e danza di Paola Bianchi, testi e lettura di Ivan Fantini, installazione sonora di Nicola Amato, sculture di Paolo Migliazza, disegno luci di Paolo Pollo Rodighiero.

3. Futuri maestri, Teatro dell’Argine; Inferno. Chiamata pubblica per la “Divina Commedia” di Dante Alighieri Ravenna Festival, di Teatro delle Albe/Ravenna, regia di Marco Martinelli e Ermanna Montanari.

4. Daniela Nicolò e Enrico Casagrande per Raffiche. Rafales | Machine (cunt) fire / Über Raffiche (nude expanded version); Romeo Castellucci per La democrazia in America.

5. Über Raffiche (nude expanded version) dei Motus, Santarcangelo Festival; Consegnaci, bambina, i tuoi occhi, Lenz Fondazione; Aminta. Aminta. S’ei piace ei lice di Luca Brinchi e Daniele Spanò.

6. Gianluca Misiti per Cantico dei cantici di Fortebraccio Teatro; Francesco Antonioni per Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di CollettivO CineticO.

7. Roberto Latini per Cantico dei cantici.

8. Silvia Calderoni e le attrici di Raffiche. Rafales | Machine (cunt) fire Motus / Über Raffiche (nude expanded version).

10. Claudia Marsicato per R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi, coreografia di Silvia Gribaudi.

11. Daniele Timpano per Acqua di Colonia di Elvira Frosini.

13. Antonio Tarantino.

14. FuoriLuogo, per lo sforzo di produzione di giovani gruppi indipendenti, ospitati anche in lunghi periodi di residenza; per la capacità di portare su un territorio altrimenti impermeabile alcune importanti voci del contemporaneo (da Motus a Danio Manfredini); per il lavoro di formazione del giovane pubblico, svolto attraverso una rete di laboratori nelle scuole superiori delle città (con l’apporto di ‘esperti' come la non-scuola delle Albe). Per il coraggioso tentativo, in definitiva, di lavorare su un doppio fronte: rendere ‘fertile’ il territorio dall'interno, ma allo stesso tempo contribuire a farne una parte integrante e attiva del più ampio sistema teatrale italiano.

15. I Cure di Ivo Dimchev; Bimbo di Suzan Boogaerdt e Bianca Van der Schoot.

Gigi Giacobbe

1. La Scortecata di Emma Dante (testo riscritto e messo in scena in modo unico da quell’estro registico che è la Dante); Hamletmachine di Heiner Müller (versione, basata su quella di 31 anni fa in cui Bob Wilson utilizza 15 giovani attori dell’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico, tutti meritevoli di lode per come hanno approcciato un testo non facile che si snoda come una matassa di fil di ferro).

3. Settimio Pisano direttore organizzativo di Primavera dei Teatri di Castrovillari per le novità drammaturgiche che giungono in questo piccolo-grande festival in terra di Calabria; Orazio Torrisi direttore artististico del Brancati di Catania per l’oculata politica culturale espressa da questa struttura di 300 posti che accomuna più di tremila abbonati; Roberto Alaimo direttore artististico del Biondo di Palermo,per l’alta qualità degli spettacoli proposti.

4. Emma Dante per La Scortecata (una messinscena con pochi elementi riassunti in una maquette d’un castello tra due “seggiulelle” pieghevoli di legno, una porta adagiata a terra sul proscenio e una cassapanca sul fondo tipo quella dei prestigiatori: elementi situati al centro del palcoscenico nudo e nero, come può essere una tela del Caravaggio che si popola poi con i due realistici personaggi splendidamente illuminati da Cristian Zucaro); Alessandro Serra per Frame (uno spettacolo che fa compiere allo spettatore un viaggio certamente artistico ma con lo sguardo rivolto alle esperienze interiori di Edward Hopper, uno dei pittori statunitensi più significativi, scomparso a New York nel 1967, ispiratosi alla realtà americana); Gianni Salvo per Così è (se vi pare) di Pirandello (02-03-17) al Piccolo Teatro di Catania (spettacolo intelligente e geniale, meritevole d’essere rappresentato nei più ragguardevoli festival italici e non solo, per il modo come Salvo ha trattato in maniera singolare uno dei più paradigmatici testi del drammaturgo girgentino. A memoria di chi scrive non s’era visto finora che a proferire verbo fossero soltanto le due figure centrali, la signora Frola e il Signor Ponza, con il resto dei personaggi di contorno che appaiono come immagini silenziose da grand guignol, sbucate fuori da alcune pellicole di Buster Keaton, impennacchiate e chiuse in coloriti e buffi abiti anni ’20 -quelli di Sara Verrini- che si muovono meccanicamente a piccoli passi al suono delle musiche di Satie, intrecciando valzer e charleston e poi tutti in fila ad emulare trenini da veglioni carnascialeschi).

5. Giorgio Barberio Corsetti per Le Rane di Aristofane a Siracusa (anche in altri momenti dello spettacolo Giorgio mette in atto il suo linguaggio teatrale fatto di proiezioni video-live su uno o più schermi che danno il senso del suo modo unico di far teatro: una catabasi drammaturgica che incuriosisce il pubblico perché vede amplificate azioni e facce dei protagonisti su vari schermi); Mario Perrotta per VERSOTERRA. A chi viene dal mare (un progetto teatrale di 3 giorni e in 3 luoghi suggestivi del Salento intorno alle vicende dei migranti, con 50 artisti coinvolti tra attori, musicisti, danzatori, videomakers e fotografi, culminante nello spettacolo finale Lireta non cede di Lireta Katiaj nella suggestiva insenatura Acquaviva di Marittima, frazione di Diso, simile ad un piccolo porticciolo a scaloni, accostabile al “pertuso” di Ginostra, quasi un anfiteatro a semiluna, che lambisce le bianche acque salmastre, dove ci si poteva sedere risultando più riposante rispetto agli altri due siti in cui ci si doveva arrangiare o stare all’in piedi. La scena quasi a contatto con la riva è solo una piattaforma in legno sulla quale Paola Roscioli per un’ora e venti si cala nel corpo di Lireta Katiaj raccontando con molto pathos la vita di questa giovane donna albanese, sfoderando in alcuni momenti eccellenti doti canore dagli accenti brechtiani, accompagnata dai suoni stranianti del violoncello di Samuele Riva e dalla chitarra di Laura Francaviglia); Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi per Delirio bizzarro (spettacolo frutto d’un lavoro di ricerca sul campo in un “Centro diurno di salute mentale” il cui progetto ha vinto il “Forever Young” quale sostegno alle compagnie teatrali italiane che esplorano i nuovi linguaggi contemporanei).

6. Katia Pesti per lo spettacolo Lighea, la sirena di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che accompagnava al pianoforte Gianfranco Quero pure regista, le cui note si vestivano d’improvvisazioni in stile jazz, grazie pure all’utilizzo di vari strumenti percussivi (ocean drum, kalimba, theremin), alcuni forse costruiti da lei stessa, in grado di generare brezze e risacche e suoni astratti che rispecchiavano ciò che passava per la mente dei personaggi del racconto); Gianluca Misiti per musiche e suoni del Cantico dei cantici.

7. Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola per La Scortecata di Emma Dante (un duo inscindibile perché interpreti da antologia teatrale); Tuccio Musumeci nei panni de Il cavaliere Pedagna di Luigi Capuana e de Il marchese Ruvolito di Nino Martoglio entrambi gli spettacoli nel Teatro Brancati di Catania (una comicità la sua allo stato nascente); Pippo Pattavina nel ruolo di Angelo Baldovino in Il piacere dell’onestà di Pirandello, regia di Antonio Calenda (allunga la schiera dei grandi interpreti etnei da Musco a Turi Ferro, Marcello Peracchio etc..).

8. Licia Maglietta per Amati enigmi di Clotilde Marghieri (dobbiamo essere grati a Licia Maglietta per averci fatto conoscere al Napoli Teatro Festival 2017 Amati enigmi, uno dei libri più belli di Clotilde Marghieri: un esempio di romanzo epistolare, di cui ha curato drammaturgia, regia, scene e interpretando il personaggio con connaturata bravura fatta di disincanto ironia e nostalgia, avendo accanto il solo Tiziano Palladino alle prese col suo mandolino suonato ad effetto nei momenti più intensi); Isa Danieli in Le Fenicie di Euripide, regia di Valerio Binasco (una superba Giocasta di nero vestita che si dilania il corpo e l’anima per il suo rapporto incestuoso con Edipo, colpevole costui senza saperlo del parricidio di Laio); Anna Bonaiuto, Manuela Mandracchia ne Le serve di Genet, regia di Giovanni Anfuso (in sintonia entrambe con la Bonaiuto/Solange apprensiva inquieta ansiosa, come se qualcuno potesse notare in lei i disegni criminosi che ha in testa e che vorrebbe mettere in pratica e con la Mandracchia/Claire che le conferisce connotati arrivisti e revanscisti come se volesse cambiare il suo status di semplice bonne, proiettandosi in un mondo da dolce vita, giocando intanto in modo perverso, schizoide direi, con la sorella Solange, vestendo lei i panni della padrona e Solange quelli suoi, di Claire appunto).

9. Francesco Natoli per Vinafausa. In morte di Attilio Manca di Simone Corso regia di Michelangelo Maria Zanghì e Il Ciclope di Euripide a Tindari regia di Angelo Campolo.

10. Marina Occhionero per La cerimonia di Oscar De Summa e Tempi nuovi di Cristina Comencini; Alessandra Borgosano protagonista di Giuda, la cena regia di Sasà Neri per conto del Teatro degli Esoscheletri di Messina.

11. Masculu e Fiammina di Saverio La Ruina (un figlio confessa la sua omosessualità sulla tomba della madre); Raccogliere & Bruciare - ingresso a Spentaluce di Enzo Moscato (non è una semplice traduzione dei brani di Masters, anche perché tradurre è come tradire, ma una re-invenzione poetica operata da Moscato che ha come soggetti personaggi d’una Neapolis arcaica e sempre viva, in cui i morti non dormono più su una collina ma in luogo chiamato “Spentaluce”, raffigurato qui da una serie di croci di legno con tanto di numeri, sigle e maschere nello stile di Mimmo Paladino che ha curato l’installazione scenica).

13. Carlo Cecchi; Roberto Herlitzka; Umberto Orsini.

14. Sul tema dei migranti segnalo due spettacoli: il primo Lingua di cani di Sabrina Petyx, regia di Giuseppe Cutino ad opera della Compagnia dell’Arpa e del Teatro Garibaldi di Enna; il secondo Progetto Amuni di Giuseppe Provinzano messo in atto dalla Compagnia multietnica e multiculturale Babel Crew,di Palermo.

Maddalena Giovannelli

1. Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe; Macbettu di Alessandro Serra; Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini

2. La morte e la fanciulla della Compagnia Abbondanza Bertoni; And It burns, burns, burns. Quadro finale del Prometeo di Simona Bertozzi; Veduta > della Compagnia mk.

3. Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe; Fuori Luogo /La Spezia; Carrozzerie N.o.T, Roma.

4. Massimiliano Civica per Un quaderno per l’inverno; Alessandro Serra per Macbettu.

5. Giuseppe Stellato per Pinocchio; Gianni Staropoli per Il cielo non è un fondale; Massimo Troncanetti per Rane, regia di Barberio Corsetti.

6. Monica Demuru per Il cielo non è un fondale; Andrea Salvadori per Le parole lievi. Cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato.

7. Lino Musella per L’Ammore nun’e’ ammore; Michele Sinisi per I promessi sposi; Leonardo Capuano per Macbettu.

8. Silvia Calderoni per Raffiche; Paola Tintinelli per Folliar-uno studio; Valentina Picello per Cabaret tragico.

9. Christian La Rosa; Matthieu Pastore; Gabriele Portoghese.

10. Camilla Semino Favro; Claudia Marsicano; Elena Cotugno per Medea sulla strada.

11. Un quaderno per l’inverno di Armando Pirozzi (regia di Massimiliano Civica); La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini.

13. AntonioTarantino; Eugenio Barba; Giuliano Scabia.

14. Fuori Luogo, La Spezia; Zona k, Milano; Roberto Zappalà/ Scenario Pubblico; PAV-Fabulamundi; Terreni Creativi, Albenga.

15. Five Easy Pieces di Milo Rau; Fase Four Movements to the Music of Steve Reich di Anne Teresa De Keersmaeker (MilanOltre 2016); Richard III di Thomas Ostermeier.

Graziano Graziani

1. La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; Macbettu di Alessandro Serra; Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini.

2. La morte e la fanciulla della Compagnia Abbondanza Bertoni; Alfa - appunti sulla questione maschile del gruppo Aldes; Chroma_don’t be frightened of turning the page di Alessandro Sciarroni.

3. Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe, come coordinamento e allestimento dei vari pezzi di città; Carrozzerie N.o.T, per i progetti di scouting delle giovani compagnie.

4. Massimiliano Civica per Un quaderno per l'inverno; Alessandro Serra per Macbettu; Emma Dante per Bestie di scena.

5. Gianni Staropoli per Il cielo non è un fondale; Luca Brinchi e Daniele Spanò per Aminta. S'ei piace ei lice).

6. Andreino Salvadori per Progetto Hybris, Compagnia della Fortezza; Monica Demuru per Il cielo non è un fondale; Gianluca Misiti per Cantico dei cantici.

7. Leonardo Capuano per Macbettu; Alberto Astorri per Un quaderno per l’inverno; Lino Musella per L’Ammore nun’ è ammore.

8. Silvia Calderoni per Über Raffiche; Paola Tintinelli per Folliar-uno studio; Alice Redini per La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo.

9. Piergiuseppe Di Tanno; Francesco D'Amore.

10. Claudia Marsicano; Serena Balivo; Giovanna Cammisa.

11. La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; Un quaderno per l'inverno di Armando Pirozzi; Acqua di colonia di Elvira Frosini e Daniele Timpano.

12. Disgraced di Ayad Akhtar (regia di Jacopo Gassmann).

13. Antonio Tarantino.

14. PAV - Fabulamundi per aver creato una serie di possibilità di scambio sulla drammaturgia europea, esportando quella italiana soprattutto in Francia, e facendo così di fatto un'attività di supplenza a iniziative che di solito sono appannaggio di ministeri e centri culturali all'estero. Nell'arco di una serie di progetti, da face a face a fabulamundi, si è andato disegnando un circuito europeo che coinvolge oggi 12 paesi nella traduzione e nello scambio di drammaturgia contemporanea, contribuendo alla conoscenza e alla diffusione delle scritture per la scena nei vari paesi europei; Fuoriluogo per lo sforzo di produzione di giovani gruppi indipendenti, ospitati anche in lunghi periodi di residenza; per la capacità di portare su un territorio altrimenti impermeabile alcune importanti voci del contemporaneo (da Motus a Danio Manfredini); per il lavoro di formazione del giovane pubblico, svolto attraverso una rete di laboratori nelle scuole superiori delle città (con l’apporto di ‘esperti' come la non-scuola delle Albe). Per il coraggioso tentativo, in definitiva, di lavorare su un doppio fronte: rendere ‘fertile’ il territorio dall'interno, ma allo stesso tempo contribuire a farne una parte integrante e attiva del più ampio sistema teatrale italiano; Ex Asilo Filangeri per la capacità di far vivere un posto in modo ricco e vivace, attorno ai linguaggi e alle forme del contemporaneo, dialogando con una realtà non semplice come il tessuto urbano napoletano; Aldes per aver creato e consolidato nel tempo un atelier di danza che è stato centro propulsivo e aggregativo per molti giovani danzatori.

15. Five Easy Pieces di Milo Rau; In Spite of Wishing and Wanting Revival di Wim Vandekeybus; By Hearts di Tiago Rodrigues.

Gerardo Guccini

1. Assassina, regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, per la lucida e sentimentale proiezione dell’interiorità mentale in forma di racconto scenico; Cantico dei cantici regia di Roberto Latini, per avere ritrovato nel presente vive assonanze con la biblica carnalità del divino; Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe, per avere ricordato che, nell’Inferno dantesco, i dannati sono coloro che tacciono: chi parla è salvo, parlando con la stessa lingua di Dante.

2. La morte e la fanciulla della Compagnia Abbondanza Bertoni, per avere adibito corpi e persone a luoghi di incarnazione d’ogni singola nota schubertiana.

3. Futuri Maestri: il teatro si è dimostrato argine alla dittatura dell’anziano e al declino demografico, i giovani sanno essere l’immensità del futuro; Fabulamundi, per avere associato scrittura, teatro, relazioni e senso.

4. Enzo Vetrano e Stefano Randisi per Assassina, per il montaggio dei minimi elementi scenici, verbali, umani; Roberto Latini per Cantico dei cantici, per l’arte delle divaricazioni fra segno e significato; Massimiliano Civica per Un quaderno per l’inverno, per la semplicità con cui rappresentando un testo ha mostrato che il tempo scenico è un tempo di tempi, che inizia e finisce per pura convenzione, aspirando – in realtà - a ripetersi.

5. Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe, la scena è la città del teatro: una realtà di vera finzione; Cantico dei cantici di Roberto Latini, il presente come trampolino da cui oscillare verso il vuoto vertiginoso dell’Alterità amorosa

6. Progetto sonoro di Andrea Salvadori per Le parole lievi. Cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato di Armando Punzo,.

7. Enzo Vetrano per Assassina; Roberto Latini per Cantico dei cantici.

8. Elena Bucci per Il giardino dei ciliegi e Prima della pensione. Ovvero i cospiratori, per avere rappresentato attraverso un fantasma di Cechov, il fantasma di Cechov; Daria Deflorian, per avere interpretato il suo pubblico (e forse ogni pubblico), in Il cielo non è un fondale.

10. Serena Balivo, per trovare dei testi pozzi in cui precipitare in se stessa; Claudia Marsicano per Tropicana, intorno a lei si intuisce un buio solcato da cometa: immagini d’energia in gestazione.

11. Un quaderno per l’inverno di Armando Pirozzi; Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini.

12. Troppi (ormai) su questa vecchia chiatta di Matei Vişniec per la regia di Beppe Rosso, uno sguardo poetico sull’umanità vagante alla ricerca di ciò che unisce tutti i passeggeri della terra.

13. Antonio Tarantino, il suo inchiostro ha disegnato corpi, ferite, sogni e tantissime lingue che parlano di quello che avviene nella mente di chi ausculta il dorso dell’uomo.

14. Il recupero editoriale delle opere di Fersen, Teatro Akropolis: non abbiamo – forse –  bisogno di maestri ma di esperti esploratori della sapienza, Fersen ha molto insegnato, tanto che ha corso il rischio di passare alla storia come “regista pedagogo”, ma i suoi scritti sono fatti a mani immerse nell’acquitrino del Dioniso fangoso, prima della facilitazione teatrale del rito incomunicabile; la riedizione dei capisaldi della storiografia teatrale, Cue Press, una biblioteca in rete che restaura le biblioteche di grandi studi silenziosi, dove leggere in uno stretto cono di luce; Maurizio Lupinelli per la riscoperta di Beckett drammaturgo delle diverse abilità, c’è un’affinità fra Beckett e le diverse abilità, il linguaggio per l’uno e per le altre è questione di essenze, che, come lucciole, comunicano a bagliori.

Elisa Guzzo Vaccarino

1. Nell’aere-Inferno#5 di Balletto Civile, per coerenza tematica ed estetica in una linea di lavoro coerente, onesta e convinta.

2. Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di CollettivO CineticO, per la capacità di andare oltre il remake di un titolo di repertorio, “La Sylphide” ottocentesca, giocando con ironia giovane su moda, discoteca, web...; Golden Days di Johann Inger/Aterballetto, per le scelte dinamiche e musicali che motivano e valorizzano i danzatori.

3. Biennale Teatro di Antonio Latella per la proposta culturale ad ampio ventaglio creativo a cura di donne tutte “diversamente diverse”; Rete Anticorpi XL per la circolazione delle opere e per le connessioni internazionali; Lavanderia a Vapore/Centro Coreografico di Collegno Torino per la formazione del pubblico allo spettacolo contemporaneo dal vivo.

4. Il sindaco del rione Sanità di Mario Martone per il taglio autorale e attuale dedicato al testo di Eduardo De Filippo rivissuto con un gruppo-famiglia di intensa coesione e di forti personalità.

6. Grand Finale, coreografia e musica di Hofesh Schechter che ha debuttato alla Villette, Paris, giugno 2017**.

8. Cristiana Morganti per A Fury Tale, capace di giocare con spirito nella propria autobiografia.

9. Nicola Galli per la freschezza dello stile personale di movimento e di azione nelle sue prime creazioni, tra cui De rerum natura.

13. Lucinda Childs per la purezza, la rigorosità, l’eleganza del suo pensiero e del suo lavoro.

14. Dimitris Papaioannou per le doti artistiche, teatrali, registiche, coreografiche, cinematografiche.

15. Auguri di Olivier Dubois (Torino Danza) per il concetto saldo e coeso, l’impianto rigoroso e l’esecuzione impeccabile; 50 Grades of Shame di She She Pop, collettivo creativo che firma un teatrodanza originale e sincero, asciutto e schietto; Cold Blood di Michèle Anne de Mey, dove la tecnologia è poetica, tra humor e riflessione sulla vita.

Katia Ippaso

1. Assassina di Franco Scaldati, regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi; Lear di Edward Bond regia di Lisa Ferlazzo Natoli; Raccogliere & bruciare - ingresso a Spentaluce di Enzo Moscato.

2. Atlante_L'umano del gesto di Mimmo Cuticchio e Virgilio Sieni, spettacolo per danzatori e marionette (Palermo); Twister di Salvo Lombardo; And It burns, burns, burns. Quadro finale del Prometeo di Simona Bertozzi.

3. Carrozzerie n.o.t. (Roma); Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe; la Compagnia di Sieni e l’opera dei Pupi di Cuticchio a Palermo per Atlante_L'umano del gesto.

4. Enzo Vetrano e Stefano Randisi per Assassina di Franco Scaldati; Ferdinando Bruni e Francesco Frongia per Atti osceni. I tre processi di Oscar Wilde (Teatro dell’Elfo); Roberto Latini per Metamorfosi. Scatola nera.

5. Luca Brinchi e Daniele Spanò per Aminta. S'ei piace ei lice; Luca Brinchi e Daniele Spanò per Lear di Edward Bond, regia di Lisa Natoli; Gianni Staropoli per Corpus Hominis.

6. Franz Rosati per Aminta. S'ei piace ei lice; Gianluca Misiti per Metamorfosi. Scatola nera; Monica Demuru per Il cielo non è un fondale.

7. Enzo Vetrano per Assassina; Elio De Capitani per Lear di Edward Bond; Saverio La Ruina per Masculu e Fiammina.

8. Federica Fracassi per Erodias; Daria Deflorian per Il cielo non è un fondale.

9. Christian La Rosa.

10. Elena Cotugno per Medea per strada.

11. Raccogliere & bruciare - ingresso a Spentaluce di Enzo Moscato; Masculu e Fiammina di Saverio La Ruina; Acqua di colonia di Elvira Frosini e Daniele Timpano.

12. L’arte del teatro di Pascal Rambert.

13. Antonio Tarantino; Carlo Cecchi; Enzo Moscato.

14. Antonio Rezza e Flavia Mastrella; Casavuota di Alessandro Berti; il lavoro formativo e artistico fatto da Lorenzo Gioielli assieme all’Accademia dell’Arte nel cuore, che ha prodotto “Il segreto del teatro” di Koren, regia di Gioielli, con un cast misto di attori professionisti, allievi e artisti diversamente abili.

15. I Cure di Ivo Dimchev; Alla fine del mare di Anna-Sophie Mahler; The Rage, testo di Elfriede Jelinek, regia di Maja Kleczewska.

Sergio Lo Gatto

1. Macbettu regia di Alessandro Serra: un’operazione coraggiosa ed estrema, condotta da un punto di vista produttivo e distributivo in modo tenace e però non superbo, riuscendo a dimostrare la potenza del testo shakespeariano, sulla quale si impone una vera e propria creazione di immaginario; Il cielo non è un fondale testo e regia di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini: la ricerca di questo duo continua a evolvere. Questo spettacolo (più ancora dei precedenti) si avvale della collaborazione drammaturgica e scenica di tutti gli attori, andando a creare un dialogo inedito con lo spettatore e la sua immaginazione. Procede anche la ricerca sulla recitazione, coraggiosamente libera dagli stilemi della tradizione ma anche da quelli della sperimentazione contemporanea.

2. Chroma_don’t be frightened of turning the page di Alessandro Sciarroni: una vera e propria dedica alle potenzialità radicali del corpo, del gesto, del movimento. La ricerca coreografica di Sciarroni lavora sulle pratiche e sulle loro modalità di trasmissione e radicamento, in questa creazione (che è il punto d’arrivo di un lungo progetto di ricerca sull’atto del girare) la dimensione del performer e quella dello spazio si integrano perfettamente; Bestie di Scena di Emma Dante: nella gestione dei tempi e degli spazi di questo spettacolo viene messa in risalto l’azione congiunta e tradotta in un pensiero ritmico, di prossemica e di drammaturgia del gesto che si fa materia viva. Come ogni grande spettacolo di danza richiederebbe.

3. Carrozzerie n.o.t., Roma: in pochi anni, questo spazio indipendente ha saputo colmare una grave lacuna del panorama romano: la sua programmazione saltuaria e molto selezionata ha dato invece spazio al tempo e allo spazio per la creazione, offrendo agli artisti luoghi per la formazione e per la residenza. Di recente è riuscito a diventare partner delle maggiori realtà romane e di un evento come Romaeuropa Festival, per il quale ha curato Anni Luce, un’interessante rassegna di artisti emergenti; Scenario Pubblico, Catania: Roberto Zappalà ha creato un progetto fortemente radicato nel territorio, di cui riesce a intercettare le necessità, e però aperto alla nazionalizzazione e all’internazionalizzazione, riservando uno sguardo attento alla formazione, alla creazione e alla divulgazione della danza; Puerilia, Cesena: per l’attenzione dedicata al pubblico delle nuove generazioni, che mescola la creazione, la programmazione e lo studio intorno ai processi di approfondimento e di avvicinamento alla cultura teatrale.

4. Alessandro Serra per Macbettu: per la capacità di realizzare una visione potente e inquietante, uno spazio di abitazione per attori diretti straordinariamente, per la gestione delle durate e delle pause, dei ritmi e delle cesure. Per la capacità di creare un immaginario visivo e uditivo a metà tra sonno e veglia; Emma Dante per Bestie di Scena: per la capacità di selezionare, preparare, disporre, organizzare e mettere alla prova i corpi umani su un palcoscenico, nella loro potenza espressiva e fragilità umana. Con una grande attenzione alla qualità dello spazio vuoto, del silenzio, dell’ambiente sonoro e visivo.

5. Gianni Staropoli per Il cielo non è un fondale: semplicemente uno dei più raffinati artisti della luce della nostra scena contemporanea, in grado di creare un paesaggio visivo che parla da sé; Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di CollettivO CineticO: la rielaborazione drammaturgica della Silfide passa attraverso un pensiero visivo potente ed evocativo, acido e provocatorio che, soprattutto nei colori e nei costumi, riesce a mescolare un immaginario classico con una vera e propria sfilata di moda; scene, luci e costumi di Alessandro Serra per Macbettu: la scena scarna, sonora e scura, i costumi semplici ma funzionali al movimento, le luci precise e in grado di trasformare la visione sono un necessario complemento del pensiero sulla drammaturgia e della direzione degli attori.

6. Luigi Ceccarelli e Marzouk Meijri per Maryam del Teatro delle Albe: accompagnano egregiamente la presenza dell’attrice e riescono a creare un ponte tra diverse culture millenarie; Gianluca Misiti per Cantico dei cantici di Fortebraccio Teatro: come sempre una parte indissolubile della potenza performativa di Roberto Latini e delle scene di Max Mugnai.

7. Lino Musella per, tra gli altri, Orphans di Dennis Kelly, regia di Tommaso Pitta: un attore maturo e versatile, in grado di posizionare nella voce e nella gestualità la tradizione attoriale italiana e un grande talento e inventiva contemporanea; Marco Cavalcoli per To Be or Not to Be Roger Bernat: per la lunga militanza in Fanny & Alexander, con un corpo e una vocalità in continua evoluzione, in grado di mettersi alla prova di scritture sceniche complesse conservando una propria autonomia creativa e una forte potenza performativa; Ciro Masella per I promessi sposi di Michele Sinisi: uno degli attori più tenaci e versatili nel panorama italiano, in grado di trasformare voce e corpo al servizio del personaggio e in preciso ascolto delle altre presenze in scena.

8. Francesca Pennini per Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di CollettivO CineticO: una performer e danzatrice che non smette di indagare le potenzialità espressive del proprio corpo, in grado di mettere la propria presenza in rapporti di forza diversificati con le altre presenze in scena.

9. Daniele Ninarello: un danzatore con rare doti coreografiche e creative. Una presenza che sta sapendo affermarsi in Italia e all’estero con una ricerca orizzontale e famelica; Gabriele Falsetta per ESSE Santo Subito di Dante Antonelli: un performer solido e ben formato, in grado di tenere la scena e mescolare con grande equilibrio espressività corporea e presenza vocale.

10. Chiara Bersani per The Olympic Games: una delle presenze più interessanti della nuova creazione performativa contemporanea, alla continua ricerca dei limiti e delle possibilità del corpo, della visione, della relazione ravvicinata con il tessuto emotivo dello spettatore; Serena Balivo: per la capacità di mimetizzarsi dentro a personaggi femminili e maschili, per un accurato lavoro sulla recitazione e sull’immagine evocata, per la capacità di integrare vocalità e lavoro sul corpo; Lucrezia Guidone: esperta e versatile, incarna bene la formazione accademica e la integra con un sapiente uso del corpo, al servizio del testo e in grande controllo dello spazio scenico.

11. Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini: un complesso gioco di costruzione del racconto che alterna sogno, memoria personale, relazioni tra gli interpreti e immaginazione del pubblico; To Be or Not to Be Roger Bernat di Chiara Lagani: un esperimento innovativo e molto sottile, che fa del concetto di identità il suo centro di analisi, riuscendo a porre l’attore e lo spettatore sullo stesso piano di interrogazione epistemologica.

12. L’arte del teatro di Pascal Rambert: un modo delicato e crudele di raccontare il mistero dell’essere attore.

13. Antonio Tarantino.

14. Fabulamundi Playwriting Europe (PAV): per il contributo alla diffusione della drammaturgia italiana all’estero e di quella straniera in Italia, con progetti di traduzione e mise-en- espace, che quest’anno ha anche ottenuto un importante riconoscimento dal fondo di Europa Creativa, allargando ulteriormente il proprio raggio d’azione; Dominio Pubblico – La città agli Under25 – Roma: per tentare nuove strade nell’ambito della formazione alle professionalità del teatro, importante passo per ragionare insieme alle nuove generazioni sul funzionamento del sistema teatrale; Festival 20/30, Bologna: per tentare nuove strade nell’ambito della formazione alle professionalità del teatro, importante passo per ragionare insieme alle nuove generazioni sul funzionamento del sistema teatrale; Direction Under 30, Teatro Sociale Gualtieri: per tentare nuove strade nell’ambito della formazione alle professionalità del teatro, importante passo per ragionare insieme alle nuove generazioni sul funzionamento del sistema teatrale.

15. Five Easy Pieces di Milo Rau: uno dei processi scenici, drammaturgici e intellettuali più complessi degli ultimi anni, rischioso e provocatorio, ma in grado di parlare direttamente alla coscienza dello spettatore; Belgian Rules / Belgium Rules di Jan Fabre: conservando il linguaggio tipico di questo artista e della sua compagnia, è un importante contributo alla visione geopolitica dell’Europa contemporanea.

Fausto Malcovati

1. Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe.

3. VERSOTERRA. A chi viene dal mare di Mario Perrotta.

4. Massimiliano Civica per Un quaderno per l’inverno.

5. Giuseppe Stellato per Pinocchio di Antonio Latella.

6. Gianluca Misiti per Cantico dei cantici di Roberto Latini.

7. Roberto Latini per Cantico dei cantici.

8. Federica Fracassi per Erodias di Giovanni Testori.

9. Christian La Rosa.

10. Marina Occhionero.

11. Masculu e Fiammina di Saverio La Ruina.

12. Emilia di Claudio Tolcachir.

13. Giulia Lazzarini.

15. Richard III di Thomas Ostermeier.

Lorenzo Mango

1. La Scortecata di Emma Dante.

7. Carmine Maringola per La Scortecata.

8. Alice Raffaelli per Stabat Mater. Trilogia sull'identità - Capitolo II di Liv Ferracchiati.

11. Stabat Mater. Trilogia sull'identità - Capitolo II di Liv Ferracchiati.

15. Five Easy Pieces di Milo Rau.

Gianni Manzella

1. La democrazia in America, regia di Romeo Castellucci; Giuramenti, regia di Cesare Ronconi; Bestie di scena, regia di Emma Dante.

2. Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground, coreografia e regia di Francesca Pennini; Sleep Technique, coreografia di Teodora Castellucci / Dewey Dell.

3. Ermanna Montanari per Enter.

4. Toni Servillo per Elvira; Carlo Cerciello per Bordello di mare con città.

5. Edoardo Sanchi per Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri.

6. Paolo Coletta per Bordello di mare con città; Paul Wirkus per Hyperion.

7. Gianfelice Imparato per Questi fantasmi!.

8. Fulvia Carotenuto e Imma Villa per Bordello di mare con città.

10. Petra Valentini per Elvira.

11. Mariangela Gualtieri per Giuramenti.

12. Brigitte Jaques per Elvira.

13. Carlo Cecchi.

14. La nuova edizione de Il fiato dello spettatore di Elio Pagliarani (L’Orma).

15. Nicht Schlafen, regia di Alain Platel; Genesis 6, 6-7, regia di Angelica Liddell; Richard III, regia di Thomas Ostermeier.

Fernando Marchiori

1. Macbettu di Sardegna Teatro e Teatropersona. Un Macbeth sardo che sprofonda negli strati più arcaici dell’isola. Una costruzione scenografica e attorale di millimetrica precisione. Un paesaggio sonoro quasi ipnotico che trasporta lo spettatore in una dimensione inattesa della percezione, per cui gli altri linguaggi scenici vengono in primo piano e c’è tutto il Macbeth anche (proprio) senza l’intelligibilità delle parole.

2. La morte e la fanciulla della Compagnia Abbondanza/Bertoni. Inesauribile invenzione di forme, iconografia fantastica tracciata dai corpi nella nebbia, straziante riflessione sul trascorrere del tempo.

3. VERSOTERRA. A chi viene dal mare di Mario Perrotta. Dall’alba al tramonto, da un mare all’altro del Salento. Un progetto articolato, coerente e coraggioso, dedicato “a chi viene dal mare” e a chi non vuole arrendersi alla banalità del male.

4. Alessandro Serra per Macbettu. Ciò che più colpisce nella regia di Serra è la felicità delle invenzioni sceniche unita alla sapienza tecnica, la concretezza di tutto ciò che accade sul palco insieme alla sottile energia che promana da un cambio di luci di ancora inesplorata lentezza, che aleggia intorno a un oggetto interrogato e ascoltato nella sua unicità consunta, che riverbera da un attore messo nelle condizioni di dosare la propria energia nello spazio e nel tempo.

7. Leonardo Capuano per Macbettu: un Macbeth dalle straordinarie risonanze vocali che insiste sul registro grave ma sa sdoppiarsi in inquietanti falsetti, dando corpo alla meschinità del potere. Il suo trono è una seggiolina impagliata nell’atmosfera terrea del palco vuoto. Vi si dimena, solipsista e depresso, come il Murphy beckettiano; Roberto Latini per Cantico dei cantici: la voce dilata lo spazio, risuona nel tempo, elabora lo spettro armonico fino a saturare l’aria, diviene flusso sonoro pur senza mai smarrire l’intelligibilità del dettato. Latini, tocca altezze sorprendenti, danzando con la voce, come il funambolo di Jean Genet, sul filo teso tra l’amore e la morte; Alberto Astorri per Un quaderno per l’inverno.

8. Paola Roscioli per Lireta. A chi viene dal mare. Paola Roscioli ha una mimica vigorosa, trascorre con immediatezza dai toni beffardi a quelli propriamente drammatici, dall’ironia spavalda al più disarmato candore. Ma a colpire è soprattutto la capacità di mantenere con esattezza, fin dalle prime battute, una tensione trasversale alle diverse scene, una visione complessiva dell’azione teatrale, la consapevolezza della dialettica in campo tra piccola e grande storia. Lireta con lei diventa una figura universale, il suo diario la sineddoche di milioni di diari mai scritti.

13. Adriana Asti: una vita fra teatro e cinema, una carriera ripercorsa con ironia e intelligenza scenica in Memorie di Adriana. Interprete di grandi testi per grandi registi, sia in italiano che in francese.

14. Patrizio Dell’Argine: per la ricerca originale attraverso i linguaggi del teatro di figura, e in particolare per uno spettacolo intenso e tecnicamente innovativo come Leonce und Lena.

15. The Great Tamer di Dimitris Papaioannou. Possenti immagini come quadri animati per questa terza parte del percorso di Papaioannou nell’archeologia del presente, nell’iconografia dell’immaginario. Un’opera complessa, visionaria, geniale.

Enrico Marcotti

1. Ragazzi di vita di Massimo Popolizio; Un quaderno per l'inverno di Massimiliano Civica; Pinocchio di Antonio Latella.

2. La morte e la fanciulla di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni.

3. Maria Ida Biggi per il progetto dì acquisizione della Fondazione Cini di Venezia dell'archivio di Maurizio Scaparro nell'ambito di una più ampia progettualità di acquisizioni di materiali teatrali a fini di consultazione e di studio.

4. Massimiliano Civica per Un quaderno per l'inverno; Emma Dante per Bestie di scena; Claudio Tolcachir per Emilia.

5. Cesare Accetta per le luci di Bordello di mare con città; Laura Benzi per le scene di Il borghese gentiluomo, regia di Filippo Dini; Emanuela Dall'Aglio per i costumi di Le parole lievi. Cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato di Armando Punzo.

6. Paolo Coletta per Bordello di mare con città; Giulia Bertasi per le musiche di Magnificat di Alda Merini.

7. Alberto Astorri per Un quaderno per l'inverno; Roberto Latini per Cantico dei cantici; Michele di Mauro per Sogno d’autunno.

8. Giulia Lazzarini per Emilia; Arianna Scommegna per Magnificat.

9. Christian La Rosa per Pinocchio; Vincenzo Nemolato per American Buffalo; Luca Zacchini per Un quaderno per l'inverno.

10. Petra Valentini per Elvira.

11. Un quaderno per l'inverno di Armando Pirozzi; L'editore di Nanni Balestrini e Lorenzo Loris.

12. Emilia di Claudio Tolcachir.

13. Piera Degli Esposti; Giancarlo Ilari.

14. Associazione C.Re.S.Co.; Festival "Tutti matti per Colorno" proposto dal Teatro Necessario; Rassegna di teatro in carcere "Destini incrociati".

15. Richard III di Thomas Ostermeier; Krapp's Last Tape di Korsunovas

Laura Mariani

2. Sylphidarium. Maria Taglioni on the Ground di CollettivO CineticO.

3. Gender Bender per il tema che mette a fuoco e per l’ampiezza di orizzonti con cui lo affronta. Premio Scenario per l’attività che precede il premio e per quella successiva al premio stesso: dalla cura nell’attività di selezione all’accompagnamento dei gruppi premiati. Un’occasione importante a livello nazionale in favore dei giovani teatranti. Una segnalazione che potrebbe rientrare anche fra gli Ubu speciali.

4. Enzo Vetrano e Stefano Randisi per Assassina.  

5. Edoardo Sanchi per Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe.

7. Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola per La scortecata di Emma Dante.

8. Silvia Gallerano e Isabella Carloni per Riccardo III e le regine di Oscar De Summa.

9. Leonardo Lidi per Delitto e castigo e Afghanistan: il grande gioco.

10. Marina Occhionero per Riccardo III e le regine di Oscar De Summa.

11. Lucia Calamaro, La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo.

12. Lee Blessing, David Greig, Ron Hutchinson, Stephen Jeffreys, Joy Wilkinson per Afghanistan: il grande gioco. I primi cinque episodi.

13. Umberto Orsini: per la sua cura del mestiere e la sua voglia di sperimentare, per la bravura con cui ha praticato il teatro come la televisione. Una dimostrazione della sottigliezza ed efficacia che può raggiungere l’arte dell’attore da vecchio.

14. La Bottega dello sguardo di Bagnacavallo: un’invenzione e un modello. Una biblioteca teatrale privata che si apre al pubblico, un luogo di iniziative culturali e laboratoriali che conquista al teatro i cittadini di u piccolo centro; Cantiere 2 agosto. 85 storie per 85 palcoscenici: un modo efficace per raccontare la strage di Bologna coinvolgendo la città; Marco Caselli Nirmal ed Enrico Fedrigoli: un premio a un’arte difficile come la fotografia teatrale attraverso due modi diversi di concepirla e praticarla.

15. Amor di Theodoros Terzopoulos.

Massimo Marino

1. Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e AntonioTagliarini; La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; Assassina di Enzo Vetrano e Stefano Randisi.

2. Sylphidarium. Maria Taglioni on the Ground di CollettivO CineticO; Cantico dei cantici di Sieni Danza; And It burns, burns, burns. Quadro finale del Prometeo di Simona Bertozzi.

3. Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, Teatro delle Albe; Futuri maestri di Teatro dell’Argine.

4. Antonio Latella per Pinocchio; Massimiliano Civica per Un quaderno per l’inverno; Armando Punzo per Le parole lievi. Cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato.

5. Gianni Staropoli, per la creazione di luci che sono ambiente per l’espressione e drammaturgia, in Il cielo non è un fondale e in vari altri spettacoli (Gassmann, Cosimi, Rampelli, Cruciani eccetera); Emanuela Dall’Aglio per i costumi-scena di Le parole lievi. Cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato della Compagnia della Fortezza; Alessandro Marzetti e Armando Punzo per Le parole lievi. Cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato della Compagnia della Fortezza.

6. Monica Demuru per Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini; Andrea Salvadori per Le parole lievi. Cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato della Compagnia della Fortezza; Luigi Ceccarelli per Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe.

7. Leonardo Capuano per Macbettu; Massimiliano Speziani per Pinocchio di Antonio Latella; Enzo Vetrano per Assassina.

8. Daria Deflorian per Il cielo non è un fondale; Sara Cianfriglia per Leila della tempesta, produzione Casavuota, regia Alessandro Berti; Simona Senzacqua per La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo.

9. Christian La Rosa per Pinocchio di Antonio Latella; Filippo M. Ceredi (performer assai promettente, visto con Between me and P. a Santarcangelo).

10. Annamaria Ajmone; Francesca Pennini; Serena Balivo.

11. Alessandro Berti per Leila della tempesta, felicissimo spettacolo che ci restituisce un notevole drammaturgo che avevamo perso di vista; testo nato dall’adattamento di un libro di Ignazio De Francesco su un rapporto in carcere tra un monaco volontario e una detenuta islamica, uno sguardo alle migrazioni, ai rapporti tra religioni e persone teso, affilato, senza facili  scorciatoie; Lucia Calamaro per La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo; Armando Pirozzi per Un quaderno per l’inverno.

12. Pascal Rambert per L’arte del teatro.

13. Antonio Tarantino; Enzo Moscato; Mimmo Cuticchio.

14. Al progetto Casavuota di Alessandro Berti, teatro in casa propria a stretto contatto di spettatore, di un attore-regista-drammaturgo che ha ritrovato una felicissima vena espressiva, testimoniata dall’intenso Leila della tempesta, nato dall’adattamento di un libro di Ignazio De Francesco su un rapporto in carcere tra un monaco volontario e una detenuta islamica, uno sguardo alle migrazioni, ai rapporti tra religioni e persone affilato, senza facili  scorciatoie; a Gianni Staropoli per l’invenzione drammaturgica con le luci; a PAV-Fabulamundi, per un lavoro che dovrebbero fare enti istituzionali, ovvero gli scambi con la drammaturgia europea e l’opera di esportazione delle scritture per il teatro all’estero, soprattutto in Francia; ad Archivio Zeta per il teatro nei luoghi (Cimitero militare germanico, Iliade lungo la via Emilia) e per l’opera di creazione di un pubblico; a Nicola Savarese ed Eugenio Barba per i Cinque continenti del teatro, opera editoriale messa a punto in 20 anni, summa visiva e atlante di storia e questioni del teatro, che interroga il passato partendo dalle urgenze contemporanee; ad Aldes/Roberto Castello per l’opera di promozione di una fucina che accoglie, sostiene, accompagna, la creatività di giovani danzatori, con lucidità artistica e politica.

15. Nicht Schlafen di Alain Platel; Cock, Cock… Who’s There? di Samira Elagoz; The Rage di Elfriede Jelinek, regia Maja Kleczewska.

Leonardo Mello

1. Masculu e Fiammina di e con Saverio La Ruina (Scena Verticale); La signorina Else di Arthur Schnitzler, regia di Federico Tiezzi (Compagnia Lombardi-Tiezzi); Lireta. A chi viene dal mare di Mario Perrotta.

2. Sylphidarium. Maria Taglioni on the Ground  di CollettivO CineticO.

3. VERSOTERRA. A chi viene dal mare di Mario Perrotta; Maria Ida Biggi per l’acquisizione da parte dell’Istituto per il teatro e il melodramma della Fondazione Giorgio Cini di Venezia dell’archivio di Maurizio Scaparro, che si aggiunge ad altri preziosi fondi, tra cui quello di Luigi Squarzina e quello, recentissimo, di Giovanni Poli; l’edizione 2017 di Primavera dei Teatri, gestita da Settimio Pisano insieme a Dario De Luca e Saverio La Ruina.

4. Alessandro Serra per Macbettu; Federico Tiezzi per La signorina Else; Antonio Latella per Pinocchio.

5. Giuseppe Stellato per Pinocchio di Antonio Latella.

6. Gianluca Misiti per Cantico dei cantici; i fratelli Mancuso per Assassina di Franco Scaldati.

7. Alberto Astorri per Un quaderno per l’inverno; Marco Cavalcoli per To Be or not to Be Roger Bernat; Enrico Castellani per Pedegree.

8. Paola Roscioli per Lireta. A chi viene dal mare; Elena Bucci per Prima della pensione. Ovvero cospiratori di Thomas Bernhard; Federica Fracassi per Erodias di Giovanni Testori.

9. Christian La Rosa.

10.Serena Balivo.

11. Masculu e Fiammina di Saverio La Ruina

12. Emilia di Claudio Tolcachir; Afghanistan: il grande gioco.

13. Antonio Tarantino; Eugenio Barba.

14. Le pubblicazioni di Akropolis.

15. Nicht Schlafen (Non dormire) di Alain Platel; Krapp's Last Tape di Oskaras Koršunovas.

Rossella Menna

1. Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini.

2. And It burns, burns, burns. Quadro finale del Prometeo di Simona Bertozzi/Nexus; Sleep Technique di Dewey Dell

3. Festival Città Delle Cento Scale, Peppe Biscaglia e Francesco Scaringi; Triennale/Teatro, Umberto Angelini; Enter di Ermanna Montanari con Silvia Pagliano e Cristina Ventrucci.

4. Massimiliano Civica per Un quaderno per l'inverno.

5. Gianni Staropoli per La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo e Il cielo non è un fondale; La democrazia in America diRomeo Castellucci.

7. Lino Musella per Orphans.

8. Silvia Calderoni per Über Raffiche; Monica Demuru per Il cielo non è un fondale.

9. Filippo Michelangelo Ceredi per Between me and P.; Francesco Alberici.

10. Francesca Pennini; Ondina Quadri; Giorgia Nardin.

11. La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini; Macbettu di Alessandro Serra.

12. Disgraced di Ayad Akhtar (traduzione e regia di Jacopo Gassmann).

13. Antonio Tarantino.

14. Anne Imhof: Leone d'Oro alla Biennale Arte di Venezia, l'artista tedesca lavora sull'ibridazione di arti visive, filosofia, performance, political engagement e moda, consegnando un modello estetico-filosofico-politico che, nel farsi carico delle istanze contemporanee di gender bending, risulta straordinariamente affine, anche linguisticamente, a quello perseguito dalle punte più avanzate della ricerca nelle arti performative. A Venezia, in una installazione corale intitolata al Faust, la Ihmof ha trasformato infatti il padiglione tedesco in una prigione di vetro protetta da due cani, difesa, agita, e subita insieme da performers che somigliano tanto ai protagonisti della sperimentazione coreutica, quanto ai modelli androgini, glabri, emaciati, diafani, privilegiati da firme di moda gender fluid; Ex Asilo Filangieri di Napoli: la radicalità, la lungimiranza e la competenza con cui un collettivo tenace persegue dal 2012 la “liberazione dell'espressione artistica e della cultura dalle logiche del profitto e del mercato” ha fatto dell'ex Asilo un avamposto culturale in grado di attirare e intercettare le esperienze, le pratiche e le figure più interessanti della ricerca artistica contemporanea, con notevoli ricadute sul territorio di riferimento, guadagnandosi – con la forza della qualità - una identità riconoscibile e riconosciuta dagli operatori culturali di tutta Italia, e non solo.; Progetto PAV - Fabulamundi: per aver creato una serie di possibilità di scambio sula drammaturgia europea, esportando quella italiana soprattutto in Francia, e facendo così di fatto un'attività di supplenza a iniziative che di solito sono appannaggio di ministeri e centri culturali all'estero. Nell'arco di una serie di progetti, da face a face a fabulamundi, si è andato disegnando un circuito europeo che coinvolge oggi 12 paesi nella traduzione e nello scambio di drammaturgia contemporanea, contribuendo alla conoscenza e alla diffusione delle scritture per la scena nei vari paesi europei; Zimmerfrei da quasi vent'anni, il collettivo fondato da Massimo Carozzi, Anna de Manincor e Anna Rispoli lavora sullo spazio urbano, indagando gli interstizi tra  pubblico e privato. Attraverso un plurilinguismo eccezionale - che spazia dal video, alla performance, alla fotografia, dall'installazione ai formati partecipativi - i tre artisti sondano in profondità la dimensione del reale e dell'esperienza senza risultare mai pleonastici e senza incappare mai in un vuoto ipertrofismo tecnologico.; Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri, Teatro delle Albe.

15. Five Easy Pieces di Milo Rau; Gala di Jerome Bel; Nicht Schlafen di Alain Platel.

Laura Novelli

1. Macbettu di Alessandro Serra, originale ricerca sulla lingua e sulla scrittura di scena; Ragazzi di vita, regia di Massimo Popolizio, un impianto corale che vivifica il tessuto letterario pasoliniano.

3. VERSOTERRA. A chi va verso il mare di Mario Perrotta, complesso progetto sulle migrazioni, l’accoglienza del diverso e la nostalgia dei profughi svoltosi in diversi luoghi del Salento; Natalia Di Iorio, Le vie dei Festival, per la qualità della programmazione proposta; Roberta Nicolai, Teatri di vetro, rassegna che ha saputo intercettare con sguardo innovativo scritture e linguaggi diversi delle arti contemporanee.

4. Federico Tiezzi per La signorina Else, sensibile adattamento di uno Schnitzler che anatomizza i sentimenti e le paure più intime di una giovane donna; Massimo Popolizio per Ragazzi di vita, come scritto sopra, un impianto corale che vivifica il tessuto letterario pasoliniano; Alessandro Serra per Macbettu come scritto sopra, originale ricerca sulla lingua e sulla scrittura di scena.

5. Alessandro Serra, scene, luci e costumi in Macbettu; Luca Brinchi, Fabiana Di Marco e Daniele Spanò, scene del Lear di Edward Bond nel nuovo allestimento di Lisa Ferlazzo Natoli; Giulio Villaggio, scene e costumi per Il corpo giusto, allestimento di Marcello Cotugno – Khora produzioni.

6. Gianluca Misiti per Cantico dei cantici di Roberto Latini; Paolo Coletta (musiche) e Hubert Westkemper (suono) per Bordello di mare con città.

7. Lino Musella per L’ammore nun’ è ammore e Bordello di mare con città (in quest’ultimo spettacolo l’attore ha sostituito Enzo Moscato nella parte del giornalista nell’ultima versione vista a Roma a Le vie dei festival/settembre 2017); Roberto Latini per Cantico dei cantici; Lino Guanciale per Ragazzi di vita.

8. Lucrezia Guidone per La signorina Else; Giulia Lazzarini per Emilia; Cristina Donadio per Bordello di mare con città.

10. Federica Carruba Toscano (Vucciria Teatro); Serena Balivo (Piccola Compagnia Dammacco).

11. La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; L’ammore nun’è ammore di Dario Iacobelli (da Shakespeare); Acqua di colonia di Daniele Timpano ed Elvira Frosini.

12. Emilia di Claudio Tolcachir; Dall’altra parte del bosco di Neil LaBute (regia di Marcello Cotugno).

13. Enzo Moscato; Antonio Tarantino; Teatri Uniti.

14. Teatro Libero di Rebibbia (per la rilevanza sociale del progetto); Laboratorio Teatrale integrato Piero Gabrielli (modello esemplare di pedagogia inclusiva); Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Contemporaneo (luogo propulsivo di memoria e di valorizzazione drammaturgico-letteraria); Radio3 Rai (per la sua costante azione divulgatrice); Teatro delle Albe, progetto Divina Commedia/Inferno (per il coinvolgimento cittadino e il forte impatto culturale dell’iniziativa); PAV-Short Theatre-Teatro I, partner italiani del progetto Fabulamundi Playwriting Europe (per il respiro internazionale e il modello cooperativo che sostengono l’iniziativa); Tommaso Le Pera (per il suo lavoro di documentazione fotografica della nostra scena e un’attività editoriale di alto profilo).

Valeria Ottolenghi

1. Pinocchio regia di Antonio Latella; Bestie di scena regia di Emma Dante; Sogno d’autunno di Jon Fosse, regia di Valerio Binasco.

2. La morte e la fanciulla della Compagnia Abbondanza Bertoni; Le Bal. L'Italia balla dal 1940 al 2001 di Giancarlo Fares.

3. Futuri Maestri di Teatro dell’Argine; VERSOTERRA. A chi viene dal mare di Mario Perrotta; Maria Ida Biggi per le acquisizioni dei materiali teatrali presso la Fondazione Cini (in particolare, di recente, di Maurizio Scaparro).

4. Antonio Latella per Pinocchio; Emma Dante per Bestie di scena; Alessandro Serra per Macbettu.

5. Emanuela Dall’Aglio per Le parole lievi. Cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato, Compagnia della Fortezza; Giuseppe Stellato per Pinocchio di Antonio Latella.

6. Giulia Bertasi per Magnificat di Alda Merini con Arianna Scommegna; Paolo Coletta per Bordello di mare.

7. Roberto Latini per Cantico dei cantici; Alberto Astorri per Un quaderno per l’inverno.

8. Arianna Scommegna per Magnificat; Giulia Lazzarini per Emilia; Paola Riscioli per Lireta. A chi viene dal mare.

9. Christian La Rosa per Pinocchio; Josafat Vagni per Emilia.

10. Petra Valentini per Elvira.

11. Un quaderno per l’inverno di Armando Pirozzi; L’editore di Nanni Balestrini.

12. Emilia di Claudio Tolcachir.

13. Giancarlo Ilari; Gianrico Tedeschi; Milena Vukotic.

14. Festival Tutti matti per Colorno/Teatro Necessario; Associazione Culturale C.Re.S.Co; Alessandro Nidi; Torino Danza.

15. Richard III, regia di Thomas Ostermeier; Krapp’s Last Tape, regia di Oskaras Koršunovas.


LAURA PALMIERI

1. Emilia, regia di Claudio Tolcachir; La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo, regia di Lucia Calamaro; Macbettu, regia di Alessandro Serra.

2. Atlante. L’umano del gesto di Virgilio Sieni e Mimmo Cuticchio; La morte e la fanciulla della Compagnia Abbondanza Bertoni; Piegarsi per piangere di CollettivO CineticO (Francesca Pennini).

3. Futuri Maestri di Teatro dell’Argine; Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe (Ravenna Festival); Glob(e) Shakespeare di Fondazione Teatro di Napoli, Teatro Bellini, Fondazione Campania dei Festival.

4. Claudio Tolcachir per Emilia; Emma Dante per La scortecata e Bestie di scena; Alessandro Serra per Macbettu.

5. Marco Rossi, Gianluca Sbicca, Luigi Biondi per Ragazzi di vita; Luca Brinchi, Daniele Spanò, Fabiana Di Marco per Lear di Edward Bond; Gianni Staropoli per Il cielo non è un fondale e molti altri...

6. Andreino Salvadori (Le parole lievi. Cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato); Gianluca Misiti per Cantico dei cantici; Andrea Liberovici per Faust’s Box.

7. Carmine Maringola e Salvatore D’Onofrio ex aequo per La scortecata; Leonardo Capuano per Macbettu; Roberto Latini per Cantico dei cantici.

8. Pia Lanciotti per Emilia; Monica Demuru per Il cielo non è un fondale; Laura Marinoni per Purgatorio.

9. Francesco D’Amore; Gabriele Falsetta; Piergiuseppe Di Tanno.

10. Martina Badiluzzi, Giovanna Cammisa, Arianna Pozzoli  ex aequo per Fak, Fek Fik; Elena Cotugno per Medea per strada; Alice Raffaelli.

11. La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; Un quaderno per l’inverno di Armando Pirozzi; Acqua di colonia di Frosini /Timpano.

12. Laboratorio Schlab , riscrittura dei Drammi fecali di Werner Schwab / drammaturgia a cura di Dante Antonelli (DUET – Quanti siamo davvero quando siamo noi due?). Per aver saputo trasformare una scrittura difficile e a volte lontana come quella di Schwab in una fotografia del nostro presente, accessibile a tutti.

13. Antonio Tarantino; Enzo Moscato; Giulia Lazzarini.

14. PAV - Fabulamundi Playwrite Europe: per il prezioso lavoro di scoperta e di circolazione, promozione e sostegno della nuova drammaturgia europea, e di quella italiana all’estero. Tommaso Le Pera: quasi un premio alla carriera! Con circa 4000 spettacoli fotografati possiede il più vasto archivio mondiale di spettacoli e gente di teatro, che in questi ultimi anni è confluito in preziose pubblicazioni che raccontano la storia del teatro italiano, di cui in alcuni casi rimane memoria solo attraverso le immagini fotografiche; Puerilia, il festival – laboratorio ideato da Chiara Guidi e il Teatro delle Briciole perché il necessario lavoro di “rifondazione” del teatro (dei suoi interpreti e dei suoi fruitori) parte dal “piccolo”, dalle nuove generazioni; e perché per arrivare ai “piccoli” ci vogliono una preparazione, esperienza, autorevolezza assai maggiori che nel teatro “adulto”.

15. Belgian rules/Belgium rules di Jan Fabre; Five Easy Pieces di Milo Rau; Riccardo III di Thomas Ostermaier.

 
Egidio Pani

1. The Black's Tales Tour, di Licia Lanera.

4. Gianpiero Borgia per Medea per strada (Teatro dei Borgia).

8. Licia Lanera per varie prove da ultimo The Black's Tales Tour.

11. Frame di Alessandro Serra (Produzione Teatro Koreja, Compagnia Teatropersona).

 
Lorenzo Pavolini

1. Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, per l’equilibrio drammaturgico e gli sfondamenti emotivi, per la narrazione domestica che porta a compimento una forma di teatro amicale capace di interrogare la comunità, scuoterla e consolarla; Bestie di scena di Emma Dante, per aver squadernato, messo a nudo, recuperato corpi e un abbecedario teatrale di gesti che lei stessa ha contribuito a fondare.

3. Versoterra. A chi va verso il mare di Mario Perrotta. Una giornata dall’alba al tramonto, una traversata geografica, e ancora la scoperta del dolore e delle speranze di chi migra. Un progetto curato con coraggio e precisione visionaria.

7. Lino Musella per L’amore nun’è ammore, perché riesce a dare corpo ai sonetti di Shakespeare e farne teatro.

8. Monica Demuru, per la performance anche canora in Il cielo non è un fondale.

9. Josafat Vagni per la presa e il vigore della sua  interpretazione in Ragazzi di vita di Massimo Popolizio.

11. La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini.

13. Antonio Tarantino.

14. PAV – Fabulamundi, Se non è questa l’Europa che vogliamo?


Enrico Pitozzi

1. Raffiche di Motus.

2. Simona Bertozzi And It burns, burns, burns. Quadro finale del Prometeo, Nexus 2017, per la capacità e la qualità dimostrata nel processo di trasmissione del gesto coreografico

e per la condivisione di un processo creativo in divenire.

3. Masque Teatro per il “Festival Crisalide”, luogo di resistenza allʼomologazione dei linguaggi, ha dimostrato nel tempo di articolare un pensiero intorno alle arti performative profondamente capace di lavorare in dialogo con altre discipline, salvaguardando sempre la qualità del pensiero e dellʼatto di creazione artistica; Live art Works, Fies.

4. Hamletmachine di Robert Wilson.

5. Romeo Castellucci per Democracy in America.

6. Francesco Giomi per And It burns, burns, burns. Quadro finale del Prometeo, Nexus 2017; Luigi Ceccarelli per Maryam, Ravenna Teatro / Teatro delle Albe, regia di Marco Martinelli e Ermanna Montanari.

7. Roberto Latini per Metamorfosi. Scatola nera Teatro Metastasio di Prato.

8. Ermanna Montanari per Maryam; Elena Bucci per Il Paradiso Perduto, il Paradiso Ritrovato.

9. Nicola Galli (coreografo/danzatore).

10. Ondina Quadri.

11. Da parte loro nessuna domanda imbarazzante di Fanny&Alexander, Ateliersi.

12. Lʼarte del teatro di Pascal Rambert.

13. Virgilio Sieni; Carla Tatò.

14. Anne Imhof: Leone d'Oro alla Biennale Arte di Venezia, l'artista tedesca lavora sull'ibridazione di arti visive, filosofia, performance, political engagement e moda, consegnando un modello estetico-filosofico-politico che, nel farsi carico delle istanze contemporanee di gender bending, risulta straordinariamente affine, anche linguisticamente, a quello perseguito dalle punte più avanzate della ricerca nelle arti performative. A Venezia, in una installazione corale intitolata al Faust, la Ihmof ha trasformato infatti il padiglione tedesco in una prigione di vetro protetta da due cani, difesa, agita, e subita insieme da performers che somigliano tanto ai protagonisti della sperimentazione coreutica, quanto ai modelli androgini, glabri, emaciati, diafani, privilegiati da firme di moda gender fluid.

15. Genesis 6, 6-7 di Angelica Liddell; Bones in Pages di Saburo Teshigawara; Five Easy Pieces di Milo Rau.

 
Oliviero Ponte di Pino

1. Assassina di Enzo Vetrano e Stefano Randisi; Acqua di colonia di Elvira Frosini e Daniele Timpano.

2. R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi di Silvia Gribaudi; Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di CollettivO CineticO.

4. Antonio Latella per Pinocchio.

6. Francesco Antonioni per Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di CollettivO CineticO; Nina Montreaux 1976 di Nicola Russo .

7. Enzo Vetrano per Assassina; Marco Sgrosso per Prima della pensione. Ovvero cospiratori.

8. Elena Bucci per Prima della pensione. Ovvero cospiratori; Licia Lanera per The Black’s Tales Tour.

9. Josafat Vagni; Aleksandors Memetaj.

10. Serena Balivo; Elena Cotugno; Claudia Marsicano.

11. Acqua di colonia di Elvira Frosini e Daniele Timpano.

12. Emilia di Claudio Tolcachir; Afghanistan: il grande gioco di Lee Blessing, David Greig, Ron Hutchinson, Stephen Jeffreys, Joy Wilkinson.

14. Fabulamundi; La Bottega dello sguardo.

15. Five Easy Pieces di Milo Rau.

 
Walter Porcedda

1. Macbettu, regia di Alessandro Serra; Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe; Il cielo non è un fondale di Deflorian/Tagliarini.

2. No Title Yet di Kinkaleri.

3. Progetto La Divina Commedia del Teatro delle Albe.

4. Alessandro Serra per Macbettu; Marco Martinelli per Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri.

5. Edoardo Sanchi per Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe; scene di Alessandro Serra per Macbettu; luci di Francesco Catacchio per Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe.

6. Luigi Ceccarelli per Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri; Monica Demuru per Il cielo non è un fondale; Macbettu, la composizione per pietre sonore di Pinuccio Sciola a cura di Marcellino Garau.

7. Leonardo Capuano per Macbettu; Roberto Magnani per Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri ; Antonio Tagliarini per Il cielo non è un fondale.

8. Ermanna Montanari per Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri.

10. Elena Cotugno per Medea per la strada.

11. Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini.

13. Antonio Tarantino.

14. Is Mascareddas per la loro instancabile attività teatrale che dura da oltre 30 anni in mezzo a un mare di ostacoli e di difficoltà segnate però da un grande amore per la scena; La Ribalta, Accademia Arte e Diversità di Bolzano.

15. A Love Supreme, coreografie di Salva Sanchis e Anne Teresa De Keersmaeker.

 
Andrea Porcheddu

1. Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini; Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe; La cucina di Valerio Binasco.

2. La morte e la fanciulla della Compagnia Abbondanza/Bertoni; Saremo bellissimi e giovanissimi Sempre di Marco Chenevier (TIDA); The Olympic Games di Chiara Bersani.

3. Francesco Scaringi e Giuseppe Biscaglia per Città delle 100 scale Festival (Potenza) Stefano Tè per Festival Trasparenze (Modena); Teatro delle Albe per Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri (Ravenna).

4. Massimiliano Civica per Un quaderno per l’inverno; Massimo Popolizio per Ragazzi di vita; Roberto Latini per Cantico dei cantici.

5. Guido Fiorato per scene de La cucina, regia di Valerio Binasco; Dario Gessati per le scene di Liolà, regia di Arturo Cirillo.6. Andrea Liberovici per Faust’s Box; Scott Gibbons per La Democrazia in America; Monica Demuru per Il cielo non è un fondale.7. Leonardo Capuano per Macbettu, regia di Alessandro Serra; Arturo Cirillo per Liolà e Miseria e nobiltà, regia di Arturo Cirillo; Tommaso Ragno per Il gabbiano, regia di Marco Sciaccaluga.8. Milvia Marigliano per Autunno, regia di Valerio Binasco; Giulia Lazzarini per Emilia, regia di Claudio Tolcachir; Valentina Beotti per DUET - Quanti siamo davvero | Quanti siamo noi due?, di Werner Schwab/Trilogia Schwab, regia di Dante Antonelli.

9. Josafat Vagni per Ragazzi di vita; Francesco Sferrazza Papa per Il gabbiano; Riccardo Lanzarone per Codice nero e Frame.

10. Elena Cotugno per Medea sulla strada; Astrid Casali per Strategie fatali*** della Compagnia Musella Mazzarelli; Francesca Turrini per Puntila e il suo servo Matti***.

11. Sandro Garzella per Canto d’amore alla follia della Compagnia Animali Celesti; Emanuele Trevi per l’adattamento di Ragazzi di vita, regia di Massimo Popolizio; Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini.

13. Antonio Tarantino: per l’ampia e articolata produzione drammaturgica, capace di coniugare memorie private e collettive, visionarietà e tagliente incisività nella carne e nella pelle dell’uomo; Eugenio Barba e Nicola Savarese: Barba, maestro indiscusso della ricerca teatrale, continua con l’Odin Teatret nel suo percorso di teatro e vita, indagando poeticamente il nostro tempo; con Nicola Savarese, studioso di chiara fama, realizzano un volume prezioso, un nuovo modo di raccontare la storia del teatro, I cinque continenti del teatro, frutto di un lavoro di studio ventennale; Glauco Mauri: sin dall’Orestea di Ronconi, è un Attore capace di attraversare classici e contemporanei, cinema e televisione, con sapienza e stile, professionalità e rigore, elaborando una propria maschera, unica e riconoscibile.

14. Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe, progetto tra i più significativi di questi tempi, trova nell’afflato cittadino un modo per rendere viva e presente la scrittura dantesca dell’Inferno, che apre un progetto triennale di grande impatto politico e sociale; Progetto teatrale Cascina Germoglio di Verdello per aver aperto, grazie alla infaticabile attività del direttore Piero Lucchini, una via al teatro sociale d’arte nel contesto terapeutico e riabilitativo, facendo di un centro di salute mentale uno spazio aperto all’incontro, alla contaminazione, alla creazione artistica; Scuola Nico Pepe Udine, cresce di anno in anno la proposta formativa della scuola udinese, che sforna nuovi protagonisti della scena italiana; La Ribalta-Accademia Arte Diversità di Bolzano, esempio straordinario di integrazione sociale e artistica, la compagnia diretta da Antonio Viganò è un modello culturale e artistico di rilievo europeo; Compagnia degli Scarti/Fuori Luogo di La Spezia realtà ormai consolidata della produzione e della programmazione ligure, ha raggiunto una qualità che la afferma nel panorama nazionale per qualità e originalità di percorso; Carrozzerie n.o.t. Roma per essere diventato, in brevissimo tempo, punto di riferimento imprescindibile della nuova scena romana e nazionale, luogo di incontro e produzione aperto al rischio, alla scommessa, ai nuovi linguaggi della scena teatrale.

15. Lo único que necesita una gran actriz, es una gran obra y las ganas de triunfar di Damian Cervantes e Vaca35 (al Festival Trasparenze Modena); Amor di Theodorous Terzopulos (al Festival Vie di Modena; Five Easy Pieces di Milo Rau (al Festival Short Theatre di Roma).

 
Maurizio Porro

1. Atti Osceni. I tre processi a Oscar Wilde, regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia; Ifigenia, liberata regia di Carmelo Rifici; Pinocchio, regia di Antonio Latella.

3. Un salto in cielo di Brechtsuite.

4. Ferdinando Bruni e Francesco Frongia per Atti Osceni. I tre processi a Oscar Wilde; Carmelo Rifici per Ifigenia, liberata; Antonio Latella per Pinocchio.

5. Le Bal. L’Italia che balla…, regia di Giancarlo Fares.

7. Giovanni Franzoni per Atti osceni. I tre processi a Oscar Wilde; Christian La Rosa per Pinocchio; Michele Maccagno per Sdisorè.

8. Giulia Lazzarini per Emilia; Federica Fracassi per Erodiàs.

9. Giulio Forges Davanzati in Men in the cities***; il gruppo attori giovani di Atti osceni. I tre processi a Oscar Wilde; Josafat Vagni per Emilia.

10. Cinzia Spanò per La moglie.

11. Assassina di Franco Scaldati; Il desiderio segreto dei fossili di mare dei Maniaci D’amore.

12. Atti osceni. I tre processi a Oscar Wilde di Moses Kaufman.

13. Giulia Lazzarini.

15. Five Easy Pieces di Milo Rau; Riccardo III di Ostermeier

 
Jacopo Quadri

1. Il sindaco del rione Sanità di Mario Martone; La democrazia in America di Romeo Castellucci; Assassina di Enzo Vetrano e Stefano Randisi.

2. Sleep Technique di Dewey Dell; Jart di Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi.

3. Il progetto archivio di Maurizio Scaparro alla Fondazione Cini di Venezia; Triennale Teatro dell’Arte a cura di Umberto Angelini; Carrozzerie n.o.t.

4. Mario Martone per Il sindaco del rione Sanità; Federico Tiezzi per La signorina Else; Antonio Latella per Pinocchio.

6. Demetrio Castellucci e Massimo Pupillo per Sleep Technique.

7. Tonino Taiuti per American Buffalo; Massimiliano Speziani per Pinocchio; Saverio La Ruina per Masculu e fiammina.

8. Federica Fracassi per Erodiàs; Monica Demuru per Il cielo non è un fondale; Lucrezia Guidone per La signorina Else.

9. Vincenzo Nemolato.

11. Masculu e fiammina di Saverio La Ruina.

13. Eugenio Barba.

14. Casa Editrice Cronopio di Napoli; Eugenio Barba e Nicola Savarese per il volume I cinque continenti del teatro; Zimmerfrei.

15. Belgian Rules di Jan Fabre; The Great Tamer di Dimitri Papaioannu; I Cure di Ivo Dimchev.

 
Elisabetta Reale

1. La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; Cantico dei cantici di Roberto Latini; Masculu e fiammina di Saverio La Ruina.

3. Compagnia Zappalà Danza; Globe(al) Shakespeare, Teatro Bellini; Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe.

4. Assassina di Stefano Vetrano e Enzo Randisi; Macbettu di Alessandro Serra; Glob(e)al Shakespeare. Racconto d'inverno regia di Francesco Saponaro.

5. Gianni Staropoli, per le luci de Il cielo non è un fondale; Lucia Calamaro, per le scene de La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo; Cinzia Muscolino, per le scene Delirio bizzarro.

6. Gianluca Misiti per Il Cantico dei cantici.

7. Enzo Vetrano per Assassina; Lino Musella per L'Ammore nun'è ammore; Ciro Masella per Promessi Sposi, Atti Osceni. I tre processi a Oscar Wilde.

8. Monica Demuru, per Il cielo non è un fondale; Mariella Lo Sardo, per il progetto Glob(e)al Shakespeare. Racconto d'inverno; Imma Villa, per Bordello di mare con città.

9. Riccardo Lanzarone; Francesco D’Amore; Angelo Campolo.

10. Serena Balivo; Petra Valentini; Luciana Maniaci.

11. Personale Politico Pentotal dei Fratelli dalla Via; Masculu e fiammina di Saverio La Ruina; Delirio bizzarro della compagnia Carullo-Minasi.

13. Antonio Tarantino; Enzo Moscato; Eugenio Barba.

14. TMO Teatro Mediterraneo Occupato di Palermo per i progetti di produzione per aver istituito una scuola di formazione; Editoria e Spettacolo, per la cura, l’attenzione e lo spazio dedicato al teatro contemporaneo; Compagnia Scena Verticale, una realtà viva e propositivi del meridione, punto di riferimento da anni della nuova drammaturgia che ospita nel festival Primavera dei Teatri; Rete Latitudini per l’azione di promozione e cura della drammaturgia siciliana e di affiancamento ad alcuni importanti progetti (Write, residenza di drammaturgia a Mandanici con la direzione artistica di Tino Caspanello, Festival di Teatro Bastardo a Palermo); Progetto PAV - Fabulamundi, per l’azione di accompagnamento, conoscenza e diffusione della drammaturgia italiana in altri paesi europei, a partire dalla Francia, operazione che supplisce ad iniziative che solitamente sono appannaggio di ministeri e centri culturali all'estero; Guido Mencari fotografo di scena Progetto Atlante_L'umano del gesto promosso a Palermo dalla Compagnia Virgilio Sieni e dalla Compagnia Figli d'Arte Cuticchio per unire danza e opera dei pupi.

 
Gabriele Rizza

1. American Buffalo di Marco D’Amore; La democrazia in America di Romeo Castellucci; Ragazzi di vita di Massimo Popolizio.

2. La morte e la fanciulla della Compagnia Abbondanza/Bertoni; Cantico dei Cantici di Virgilio Sieni; R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi di Silvia Gribaudi.

3. Agorà di Elena Di Gioia; Teatri del Sacro; Tenuta dello Scompiglio.

4. Hamletmachine di Robert Wilson; La cucina di Valerio Binasco; Ragazzi di vita di Massimo Popolizio.

5. Hamletmachine di Robert Wilson; Ferdinand Woegerbauer per il Richard II diretto da Peter Stein.

6. Andrea Salvadori per Le parole lievi. Cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato della Compagnia della Fortezza; Concerto per Amleto per la consulenza musicale di Rino Marrone.

7. Simone Perinelli per Heretico. Dopo questo apparente nulla; Tonino Taiuti per American Buffalo; Gianfelice Imparato per Questi fantasmi! di Marco Tullio Giordana.

8. Maddalena Crippa per Richard II; Milvia Marigliano per Miseria e nobiltà; Giulia Lazzarini per Emilia.

9. Michele Di Giacomo, Francesco Meola.

10. Lucrezia Guidone, Petra Valentini; Sara Putignano.

11. Andy Warhol Superstar di Laura Sicignano; La scortecata di Emma Dante; Masculu e fiammina di Saverio La Ruina.

12. L’arte del teatro di Pascal Rambert.

13. Eugenio Barba, Alfonso Santagata; Maurizio Scaparro.

14. Raccolti nel segno della “resistenza” individuo: Rai Radio3 per credere ancora che uno spazio teatrale alla radio sia possibile; Dario Marconcini e il Teatro di Buti per la coerenza delle scelte artistiche, sempre originali e di alto livello, anche in tempi di vacche magrissime; Cristina Ghelli e il Teatro delle Donne di Calenzano per la tenacia con cui da decenni conduce la battaglia di “alternativa” culturale ma senza alcun pregiudizio ideologico; Alessandra Farneti per la pazienza e la simpatia con cui cura i rapporti, umani e professionali, coi giurati dell’Ubu, senza la quale il Premio non andrebbe in porto.

15. Belgian Rules di Jan Fabre; Five Easy Pieces di Milo Rau; Deadtown dei Fratelli Forman.

 
Ira Rubini

1. Bestie di scena di Emma Dante, per la limpidezza e la forza del linguaggio scenico, risultato di un percorso collettivo di riconoscibile rigore.

2. R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi di Silvia Gribaudi.

3. Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe, per la felice concretizzazione di un'impresa davvero audace.

4. Emma Dante per Bestie di scena (vedi sopra).

5. La Democrazia in America di Romeo Castellucci, per le visionarie suggestioni di alcune scene maestose quanto il tema dell'allestimento.

6. Fratelli Mancuso per Assassina di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, per la composizione e l'esecuzione di una straordinaria e ironica colonna sonora dal vivo, che valorizza il testo.

7. Paolo Musio per L'arte del teatro di Pascal Rambert, per l'intensità e la ricchezza di sfumature nella restituzione di un testo avvincente e complesso; Toni Servillo per Elvira da Louis Jouvet, per la salda efficacia del gesto, della parola, delle intenzioni.

8. Federica Fracassi per Erodiàs di Giovanni Testori, regia di Renzo Martinelli, per una indimenticabile ferocia nel rendere ancora più contemporaneo un testo leggendario; Carla Chiarelli per La ragazza Carla, per la stupefacente ed efficace identificazione con un personaggio profetico.

9. Christian La Rosa per Pinocchio di Antonio Latella, per la tempra da protagonista dimostrata al pubblico in un allestimento che rappresenta una grande sfida per un attore.

10. Claudia Marsicano per R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi di Silvia Gribaudi e per Tropicana di Frigo Produzioni, per la definitiva conferma di un talento già più volte segnalato.

11. La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro, che conferma ancora una volta di essere una delle autrici più interessanti del panorama drammaturgico nazionale; Acqua di colonia di Elvira Frosini e Daniele Timpano, per l'acido atto d'accusa all'Italia delle colonie, ultima tappa di un percorso artistico controcorrente in atto da molte stagioni.

12. Collaborators di John Hodge, per la bella prova drammaturgica di un maestro della sceneggiatura cinematografica, alle prese con la grande Storia rivista con sguardo "lisergico"; Afghanistan: il grande gioco di Lee Blessing, David Greig, Ron Hutchinson, Stephen Jeffreys, Joy Wilkinson.

13. Roberto Herlitzka; Giulia Lazzarini; Adriana Asti.

14. MilanOltre; Fattoria Vittadini; (Il)Lecite visioni.

15. Richard III di Thomas Ostermeier, per la potenza del collettivo e la ricchezza di spunti d'invenzione in un allestimento memorabile; Five Easy Pieces di Milo Rau, per l'ineccepibile rigore e l'originalità della struttura scelta per cercare di "trascendere" un episodio particolarmente traumatico della recente storia del Belgio; The Great Tamer di Dimitris Papaioannou, per l'immaginifico e sontuoso universo offerto allo spettatore, sintesi di classico e contemporaneo.

 
Rodolfo Sacchettini

1. Tre di coppie di Franco Maresco.

2. Lotus di Simona Bertozzi, qualcosa di nuovo; Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground  di CollettivO CineticO; Pulcinella_Quartett di Virgilio Sieni.

3. Zona K (Milano).

4. Franco Maresco in Tre di coppie.

5.  Alan e il mare di Giuliano Scarpinato; Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe; Hänsel e Gretel di Carlo Colla e figli.

7. Lino Musella per Orphans; Alberto Astorri per Un quaderno per l’inverno; Paolo Musio per L’arte del teatro.

8. Daria Deflorian in Il cielo non è un fondale.

9. Nicola Borghesi per i lavori di Kepler-452; Michele Degirolamo in Alan e il mare di Giuliano Scarpinato.

10. Marina Occhionero in La cerimonia di Oscar De Summa; Claudia Caldarano; Annamaria Ajmone.

11. La cerimonia di Oscar De Summa; Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini.

13. A Brunello Leone per le sue straordinarie guarattelle. Ha saputo tener viva l’antica tradizione di Pulcinella, oggi in tempi di caos e crisi, quanto mai attuale per indicare vie di uscita possibili. A Sergio Bini, in arte Bustric. Unico nel suo genere. Straordinario mimo, mago e attore. A Giorgio Agamben per i contributi che dà al teatro, come nel recente Pulcinella. Divertimento per li ragazzi.

14. Fuori Luogo di La Spezia; Emanuela Dall’Aglio, costumista; Gianni Staropoli

 
Annalisa Sacchi

1. Raffiche. Rafales | Machine (Cunt) Fire regia di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, per

la capacità di resistere poeticamente e creativamente alla negazione dei diritti del testo di Genet, per la pirateria contro l’autorità postuma e arbitraria, per la potenza di tutto il gruppo di lavoro, per la generosità verso la memoria e la possibilità di circolazione di affetti che questa scena attiva.

Miglior

2. Sylphidarium. Maria Taglioni on the Ground di CollettivO CineticO, perché testimonia come un lavoro rigoroso, colto e ironico, possa utilizzare la retorica della tradizione per smarginare discipline e, meticci are i corpi, per far collassare un’idea di repertorio come forma immobile galvanizzando al tempo stesso la scena e gli spettatori.

3. Live works, Performance act award, vol. V, di Fies, per l’inesausta ricerca e tensione del lavoro guidato da Barbara Boninsegna (con Simone Frangi, Daniel Blanga-Gubbay e Denis Isaia), per la capacità di non assestarsi sull’esistente, ma di aprirsi e appoggiare e curare quello che non c’è ancora; Ermanna Montanari per Enter, per la capacità di articolare lo spazio del teatro e il pensiero sulla scena come un campo sempre attraversato da tensioni plurali, dimora di artisti,pensatori, bambini, terapeuti, scrittori, musicisti e tutto un catalogo di bestie di zoologia profetica; Elementare, Associazione Ubu per Franco Quadri, per lo slancio di cui è portatore verso le esperienze più significative della curatela in Europa, perché è un campo ancora molto fragile in Italia e questo progetto ci mette direttamente in contatto con sperimentazioni che possono produrre contagio.

4. Family Affair di Anna de Manincor e ZimmerFrei, per l’innovazione di cui è portatore all’interno del dispositivo spettacolo, per la geografia e la logica degli affetti che mobilita, per la qualità dell’autofiction che sviluppa, dove tutto un catalogo di microstorie viene a comporre un atlante complesso e inflessibile del nostro tempo.

5. Democracy in America di Romeo Castellucci, per essere la componente più risolta di uno spettacolo complesso e ancora largamente in gestazione, che tuttavia ha nell’esposizione di alcuni elementi della scena delle immagini folgoranti in cui si ingorga il fondo barbarico della democrazia.

6. Francesco Antonioni per Sylphidarium. Maria Taglioni on the Ground, per la composizione originale di una partitura musicale potente, che fornisce l’appoggio determinante su cui si sviluppa la coreografia.

8. Silvia Calderoni per Raffiche, per essere un miracolo di attrice, capace di cambiare il voltaggio  dell’aria ogni volta che entra in scena. Ma non è questo forse il punto più essenziale, quanto il fatto che possiede un’inclinazione naturale a sopportare le celebrazioni, reggendo il peso e il ruolo dell’icona e dell’eroina senza addomesticare la differenza e la singolarità di cui è portatrice. Con lei, e intorno a lei, il teatro diventa una macchina per produrre futuro, bellezza, e disobbedienza; Chiara Fumai (in memoria) per la  formidabile capacità di usare la sua presenza e la forma-performance come un mezzo per situare, nel suo corpo, campi di tensione attraversati dalle lotte femministe, post-coloniali e libertarie.

9. Tutto il gruppo dei bambini e ragazzi dell’Atelier dell’Errore diretto da Luca Santiago Mora per la Neuropsichiatria Infantile per l’AUSL di Reggio Emilia. L’improvvisazione teatrale Piccola Liturgia per Santa Chiara, di cui sono protagonisti, durante il Festival di Doppiozero, al Teatro Rasi di Ravenna, mostra un riscatto della loro facoltà poetica ed espressiva liberato dalla retorica della teatro-terapia e composto attraverso un’estetica inflessibile.

10. Ondina Quadri, per l’interpretazione vertiginosa e febbricitante di Pierrot in Raffiche.

11. Acqua di Colonia di Daniele Timpano e Elvira Frosini, perché è una trappola che scatta sulle contraddizioni, sui rimossi, sui razzismi impliciti, sulle connivenze con un fascismo che non finisce di finire, e contro il cui sfondo si staglia violenta  e ambigua la sagoma degli “italiani brava gente”, incapaci di elaborare il lutto di un colonialismo la cui narrazione, quando non rimossa, continua a larghi tratti a essere auto assolutoria; Da parte loro nessuna domanda imbarazzante, Fanny&Alexander, per la capacità di rendere un testo assurto a fenomeno editoriale attraverso poche componenti essenziali, sciogliendo la pagina scritta nella densità di una scena che si carica affettivamente intorno all’incarnazione, scabra e minimale, delle due protagoniste.

13. Carla Totò; Antonio Tarantino.

14. Anne Imhof per Faust, perché in questo lavoro dove i corpi si tendono, si attraggono, precipitano, si respingono, come se un disegno prendesse a venire tracciato nello spazio che contiene il pubblico in una prossimità così intima coi performer, gli spettatori si trovano avviluppati nella trama dei segni e delle premonizioni di un avvento che non avviene, di un annuncio senza messaggio. E questo apre a una vertigine di libertà che raramente è possibile sperimentare al cospetto di una performance; Ex Asilo Filangieri di Napoli: la radicalità, la lungimiranza e la competenza con cui un collettivo tenace persegue dal 2012 la “liberazione dell'espressione artistica e della cultura dalle logiche del profitto e del mercato” ha fatto dell'ex Asilo un avamposto culturale in grado di attirare e intercettare le esperienze, le pratiche e le figure più interessanti della ricerca artistica contemporanea, con notevoli ricadute sul territorio di riferimento, guadagnandosi – con la forza della qualità – una identità riconoscibile e riconosciuta dagli operatori culturali di tutta Italia, e non solo; Udo Kittelmann per Fondazione Prada; The boat is leaking the captain lied, per un progetto espositivo capace di integrare magistralmente il lavoro di Anne Viebrock con opere esclusivamente visive. La de-locazione di intere scenografie teatrali della Viebrock negli spazi della fondazione mostra una possibilità inedita e fortemente innovativa nel dialogo tra arte scenica, video, fotografia e installazione.

15. Five Easy Pieces di Milo Rau, uno spettacolo assoluto, l’opera più rilevante politicamente ed esteticamente degli ultimi anni.

 
Attilio Scarpellini

1. Un quaderno per l’inverno di Armando Pirozzi, regia di Massimiliano Civica.

2. La morte e la fanciulla di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni.

3. Fabulamundi: se qualcosa in più si conosce in Italia delle nuove drammaturgie europee e dei loro autori molto lo si deve a questo progetto che ormai coinvolge 12 paesi e agli archivi testuali che ha creato nel corso di un lungo lavoro nel campo della traduzione, della promozione e dello scambio tra testi, autori e interpreti della scena internazionale; Carrozzerie n.o.t, Francesco Montagna Maura Teofili (Roma): per aver riempito con pazienza e ostinazione il desolante vuoto delle politiche culturali a Roma, ricostituendo una sponda culturale e produttiva per le realtà teatrali indipendenti , soprattutto giovani, di un territorio artistico tanto ricco di creatività quanto povero di spazi, di risorse e di opportunità istituzionali; Fuori Luogo (La Spezia): per lo sforzo di produzione di giovani gruppi indipendenti, ospitati anche in lunghi periodi di residenza, per la capacità di portare su un territorio altrimenti impermeabile alcune importanti voci del contemporaneo, per il lavoro di formazione del giovane pubblico, svolto attraverso una rete di laboratori nelle scuole superiori delle città (con l’apporto di ‘esperti' come la non-scuola delle Albe).

4. Massimiliano Civica per Un quaderno per l’inverno.

5. Gianni Staropoli per le luci di Canti guerrieri**** dei Muta Imago; Accabadora e Quasi Grazia**** di Veronica Cruciani.

7. Leonardo Capuano per Macbettu; Roberto Latini per Cantico dei cantici; Alberto Astorri e Luca Zacchini per Un quaderno per l’inverno.

8. Eleonora Chiocchini, Valentina Dal Mas e Claudia Rossi Val per La morte e la fanciulla; Chiara Lagani per Da parte loro nessuna domanda imbarazzante.

9. Pier Giuseppe Di Tanno.

10. Annamaria Ajmone; Marina Occhionero, per La cerimonia di Oscar De Summa.

11. Un quaderno per l’inverno di Armando Pirozzi; Acqua di colonia di Elvira Frosini e Daniele Timpano; La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro.

13. Antonio Tarantino.

14. Gianni Staropoli che con la sua presenza creativa in alcuni dei più importanti spettacoli contemporanei, ha restituito le luci – e più generalmente, la luce – alla sua primitiva organicità nel processo di composizione teatrale, sottraendo l’illuminotecnica al destino umiliante della decorazione e della ridondanza estetica a cui troppa scena sembra averla condannata. La casa editrice Cronopio (Napoli) che con alcune delle sue pubblicazioni – segnatamente Toccare il reale. L’arte di Romeo Castellucci, a cura di Piersandra Di Matteo, Sulla danza, la pubblicazione dei Diari di Jan Fabre – ha contribuito negli ultimi anni a rinnovare e approfondire le relazioni tra l’espressione teatrale e il pensiero contemporaneo.

15. Five Easy Pieces di Milo Rau.

 
Giulio Sonno

1. Assassina di Vetrano/Randisi «Niente in Assassina è fatto per sorprendere o piacere, nessuna furberia teatrale, nessun rassicurante compiacimento culturale, nessuna corsa all’innovazione. Teatro puro, purissimo, da cui dovremmo tutti ricominciare, o meglio, proseguire: per riscoprire la gioia semplicemente umana di emozionarsi, tra dolore, divertimento e dubbio.»; Un quaderno per l'inverno di Massimliano Civica; Bestie di scena di Emma Dante.

2. And It burns, burns, burns. Quadro finale del Prometeo di Simona Bertozzi/Nexus: con questa sesta e ultima tappa dell'articolato progetto sulla figura di Prometeo, Bertozzi scava nel mito, esplorando così non solo il concetto di tempo storico (statico/dinamico, conservazione/progresso) ma elaborando coreograficamente una quanto mai attuale riflessione sul complesso rapporto tra uomo e techné; Sylphidarium. Maria Taglioni on the ground di Francesca Pennini/CollettivO CineticO: senza mai perdere l'ormai caratteristica attitudine "ludica" nell'attraversamento dei linguaggi della danza, Pennini dà prova di maturità nella composizione coreografica: confrontandosi con un classico tra ironia, estro e intelligenza nel processo di attualizzazione.

3. Kronoteatro per Terreni creativi (Albenga, SV): il festival Terreni Creativi incarna pienamente la spesso abusata espressione di «lavorare con il territorio»: in una regione teatralmente magra come la Liguria, per di più in provincia e con risorse ristrette, Sguotti è riuscito a innestare il festival nelle aziende agricole locali, coniugando interesse enogastronomico e proposta artistica a prezzi iperdemocratici, offrendo agli artisti l'occasione di confrontarsi con spazi scenici alternativi (spesso luce naturale) di fronte a centinaia di autentici spettatori (frutto, anche, del lavoro annuale della stagione invernale-primaverile), e proponendo al pubblico spesso in prima regionale realtà tra le migliori della scena nazionale; Gli Scarti per FuoriLuogo (La Spezia): una delle "piccole" nuove realtà produttive più lungimiranti degli ultimi anni (Manfredini, Frosini/Timpano, LeVieDelFool, ecc.); centro di formazione di nuovo pubblico e relazione con il territorio. Spazio teatrale dall'attenta ricerca dei nuovi linguaggi delle scene contemporanee; Francesco Montagna e Maura Teofili per Carrozzerie n.o.t (Roma): nel contagioso collasso romano, la realtà diretta e coltivata da Francesco Montagna e Maura Teofili rappresenta uno dei rari avamposti virtuosi dall'eco capitolina e nazionale. Totalmente privato e indipendente, Carrozzerie n.o.t è centro di produzione, residenza artistica, luogo di formazione per giovani spettatori, amatori e professionisti, spazio teatrale e fucina di talenti emergenti grazie a una solerte operazione di scouting dentro e fuori gli stretti confini romani.

4. Massimiliano Civica per Un quaderno per l'inverno: ancora una volta Civica si conferma uno dei pochi artisti italiani immuni alla tentazione dello spettacolo e totalmente teso al teatro. Pulisce, scarta, sgombra, fino a ritornare all'essenza, ma senza mai perdere il gusto per il semplice, il buffo, l'irrisolvibilmente umano; Alessandro Serra per Macbettu; Lucia Calamaro per La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo: acclamata drammaturga, ci si dimentica spesso che Calamaro è anche regista dei propri testi. Merita un'attenzione particolare per la sua capacità di cogliere, valorizzare e armonizzare il talento attoriale degli artisti coinvolti.

5. Vincenzo Schino per Film. Macchina della vista e dell’udito di Opera: la mano invisibile delle installazioni performative di Schino è un occhio di luce che non scade mai nell'effetto: al contrario, scava oltre il «dàto»; e lo spettatore nella fissità dell'allestimento riscopre una via del guardare che nasce innanzitutto dal proprio sguardo. Un processo interiore (psicologico-filosofico) che propone un ricorso alla "tecnica" essenziale e ficcante nel suo minimalismo; Maria Federica Maestri per Autodafé di Lenz Fondazione: la peculiare ricerca di Lenz nel dialogo artistico con gli spazi si traduce stavolta in un dispositivo – drammaturgico, musicale, installattivo/performativo – vivente: Maestri riattiva la materia verdiana di partenza (il Don Carlos) innestandola nell'eloquenza muta del carcere abbandonato di Parma in un'infestazione artistica di segni ed echi di altissimo pregio; Gianni Staropoli per Il cielo non è un fondale, Radio Golgota, A che serve il tuo, il mio sguardo? Chi ci rivendica?...: ancor prima del «disegno», nella luce di Staropoli c'è una riflessione, o un'intuizione epifanica, sulla questione stessa della sua presenza – «che cos'è la luce?» –, che puntualmente la trasforma in una vera e propria drammaturgia illuminotecnica.

6. Francesco Antonioni per Sylphidarium di CollettivO CineticO; Samuele Cestola per Duet di Dante Antonelli/Collettivo SCHLAB: gli ambienti sonori sintetici creati ad hoc da Cestola per l'intera Trilogia Werner Schwab, ed eseguiti dal vivo (dunque passibili di variazioni), superano la partitura musicale e vanno a costituire «il» ritmo drammaturgico: respiro denso, urbano, strozzato dalle tensioni che sottendono l'intera operazione di riscrittura schwabiana.

7. Enzo Vetrano per Assassina di Enzo Vetrano e Stefano Randisi: impossibile scorgere il confine fra talento, maestria e grazia: con gesti semplicissimi e apparente improvvisazione, Vetrano ci ricorda cosa può essere ancora – veramente – un attore. Grandissimo nelle azioni più piccole. Una lezione che non dobbiamo assolutamente dimenticare; Alessandro Berti per Leila della tempesta: con una schiettezza interpretativa disarmante, Berti sa essere sensibilmente naturale senza mai diventare intimista-cinematografico né inseguire iperrealismi naturalistici. Una rarità, di questi tempi; Simone Perinelli per Heretico. Dopo questo apparente nulla: il percorso attoriale di Perinelli rappresenta un esempio di virtuosismo sincero, pregno di urgenza emotiva e scevro di autocompiacimenti fini a sé stessi, facendo delle sue regie una partitura drammaturgica interiore che non prescinde mai dalla presenza (messa in crisi) del sé attore.

8. Daria Deflorian per Il cielo non è un fondale di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini; Valentina Beotti per Duet - Quanti siamo davvero | Quanti siamo noi due? di Dante Antonelli/Collettivo SCHLAB.

9. Francesco D'Amore; Salvo Lombardo.

10. Serena Balivo; Marina Occhionero; Francesca Pennini.

11. Acqua di Colonia di Frosini/Timpano: in tempi di buonismo politicamente corretto da ipocrisia democratica, Frosini/Timpano decidono di essere coraggiosamente urticanti nell'affrontare la questione «razzismo», andando a comporre un testo denso, arguto, storicamente approfondito e, soprattutto, brillantemente ironico. To Be or not to Be Roger Bernat di Chiara Lagani/Fanny&Alexander: acuta riflessione sul teatro, l’attore, l’individuo, l'identità, che intreccia la figura di Amleto alla questione «partecipativa» secondo Roger Bernat infondendo una nuova evoluzione alla lunga ricerca dei Fanny&Alexander sull'eterodirezione; Il nullafacente di Michele Santeramo Attualissimo e riecheggiante secoli di letteratura, Il nullafacente ci restituisce la visione polifonica del nostro tempo. Santeramo, tuttavia, non asseconda i fenomeni di attualità, li immerge in una complessità ben più ampia, sfaccettata, irrisolta, tanto da palesarli per ciò che veramente ottendono, portando alle estreme conseguenze con ricercata finezza drammaturgica quel cinico nichilismo entro cui la società dei consumi sta pian piano annullando l'uomo contemporaneo.

13. Antonio Tarantino; Fratelli Mancuso.

14. AltoFest di TeatrInGestazione (Napoli): per il processo di rigenerazione urbana di matrice innanzitutto artistica e dunque politica condotto pervicacemente in una città sui generis come Napoli, con particolare attenzione per il complesso quartiere Sanità. Totalmente gratuito e autofinanziato, AltoFest offre agli artisti l'occasione di ripensare il proprio lavoro in spazi non convenzionali (cave, acquedotti, palazzi storici, appartenenti privati, retrobottega) attraverso il rapporto diretto con i cittadini che li ospitano nelle proprie abitazioni, e agli spettatori di attraversare la città da mattina a sera e riscoprire il senso del teatro, andando a comporre spontaneamente una comunità variegata e organica; AkropolisLibri di Teatro Akropolis (Sestri di Ponente, Genova): pregevole opera di storicizzazione del presente nel presente, AkropolisLibri non correda solamente il festival e l'azione di Teatro Akropolis con una nutrita pubblicazione annuale, sollecitando gli artisti coinvolti a depositare una riflessione sulla propria ricerca, ma altresì rilancia la lezione del passato (Fersen, Colli, ecc.) trasformandola in eredità attiva; Futuri Maestri di Teatro dell'Argine (San Lazzaro, Bologna): lontano dalle mode del Teatro Partecipato, il progetto di Teatro dell’Argine supera l’evento spettacolare (che ne è summa, non fine) ponendo le basi per un processo di comprensione, indagine e riflessione del nostro presente, senza scadere in facili semplificazioni: due anni, mille ragazzi, per un percorso di studio e incontro a tutto campo sull’attualità con esperti di settore e personalità di spicco.

15. Five Easy Pieces di Milo Rau; Krapp's Last Tape di Oskaras Koršunovas; Richard III di Thomas Ostermeier.

 
Alessandro Toppi

1. Macbettu (cop. Teatro di Sardegna/Teatropersona); Il cielo non è un fondale (cop. Sardegna Teatro/Teatro Metastasio di Prato/Emilia Romagna Teatro Fondazione)

Cantico dei cantici (Fortebraccio Teatro).

2. La morte e la fanciulla (prod. Abbondanza/Bertoni); (prod. Dynamis Teatro); Atlante. L'umano nel gesto (cop. Compagnia Virgilio Sieni/Compagnia Mimmo Cuticchio/Teatro Garibaldi di Palermo).

3. Glob(e)al Shakespeare, a c. Gabriele Russo, Teatro Bellini di Napoli; Efestoval – Il Festival dei Vulcani, a c. Mimmo Borrelli/ Ass. Cult. Io Ci Sto; Terreni Creativi Festival, a c. Ass. Cult. Kronoteatro.

4. Alessandro Serra per Macbettu; Chiara Lagani per To Be o Not To Be Roger Bernat; Arturo Cirillo per Miseria e nobiltà.

5. Cinzia Muscolino, per le scene di Delirio bizzarro; Gianni Staropoli, per le luci di Il cielo non è un fondale; Cesare Accetta, per le luci di Bordello di mare con città.

6. Gianluca Misiti per Cantico dei cantici; Tommaso Qzerty Danisi per The Black's Tales Tour; Monica Demuru per Il cielo non è un fondale.

7. Lino Musella per L'ammore nun è ammore; Leonardo Capuano per Macbettu; Alberto Astorri per Un quaderno per l'inverno.

8. Monica Nappo per Orphans; Silvia Calderoni per Raffiche; Paola Tintinelli per Coma quando fiori piove.

9. Vincenzo Nemolato per American Buffalo; Riccardo Lanzarone per Frame; Valerio Malorni per Nessuno può tenere Baby in un angolo.

10. Claudia Marsicano per R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi; Luciana Maniaci per Il desiderio segreto dei fossili; Federica Sandrini per Natura morta con attori.

11. Il nullafacente di Michele Santeramo; Un quaderno per l'inverno di Armando Pirozzi; Mal'Essere di Gianni Yank De Lisa, Pasquale Sir Fernandez, Alessandro Joel Canticchia, Ciro Op Rot Perrotta, Damiano Capatosta Rossi.

13. Antonio Tarantino; Enzo Moscato; Odin Theatret.

14. Scuola Elementare del Teatro, diretta da Davide Iodice, perché da tre anni funge da Conservatorio Popolare delle Arti Sceniche dando la possibilità a decine di giovani di intraprendere, a titolo gratuito, un percorso pedagogico che è anche un'esperienza di conoscenza dell'Altro; perché unisce normodotati a  portatori di handicap e “ragazzi speciali” praticando una coabitazione lavorativa paritaria e quotidiana; perché – a fronte delle reiterate promesse istituzionali – persevera nell'intento con le sole proprie forze facendosi bottega dei mestieri artistici e officina produttiva; C.Re.S.Co. - Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea. Per l'ostinazione con la quale persegue l'intento del confronto tra i soggetti di settore al fine di aumentarne la consapevolezza etico-politico-poetica. Per aver traversato, durante l'anno, il Paese da Nord a Sud moltiplicando le occasioni di incontro e conoscenza,  dimostrando – tra l'altro – quanto certi temi e certe urgenze siano comuni all'intera teatralità italiana; Andrea Naso/DRACMA Teatro, per aver avuto il coraggio di denunciare agli organi preposti le derive burocratico-appaltatrici del sistema teatrale calabrese inducendo gli inquirenti a indagare sui bandi pubblici e sui risultati delle gare conseguenti, per essersi esposto, in solitaria: gesto che ha determinato – finalmente – una messa in discussione dell'organizzazione teatrale della Calabria e che è stato il principio di un processo di rinnovamento legislativo e organizzativo; WRITE, a cura di Tino Caspanello, per aver inventato un'occasione di confronto e riflessione operativa sulla parola drammaturgica, la sua composizione concreta, la sua immediata messa in scena e per aver dato a quest'occasione un respiro internazionale, ospitando a Messina autori provenienti non solo da diverse parti d'Italia ma da differenti paesi d'Europa; Teatri della Cupa – Festival del teatro e delle Arti nella Valle della Cupa, a cura di Principio Attivo Teatro e Factory Compagnia, perché il festival organizzato da Principio Attivo e Factory è, prima che una rassegna di spettacoli, un tentativo di tenere in vita il legame col territorio salentino adesso che l'esperienza dei Teatri Abitati è, di fatto, giunta alla fine, per aver stimolato ulteriormente la vocazione teatrale della comunità locale proponendo cartelloni basati sul rischio artistico, sulla qualità e la diversità poetica.

15. Five Easy Pieces, regia di Milo Rau; The Great Tamer, regia di Dimitris Papaioannou; Riccardo III, regia di Thomas Ostermeier.

 
Valentina Valentini

1.To Be or not to Be Roger Bernat di Fanny & Alexander

2. Sylphidarium. Maria Taglioni on the Ground di CollettivO CineticO; Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi di Jart 2017.

3. Live Arts Week, Bologna Xing; Live Arts Cultures, Mestre; Elementare, Associazione Ubu per Franco Quadri.

4. Family Affair di Anna de Manincor, ZimmerFrei.

5. Giuramenti di Teatro Valdoca.

6. Francesco Antonioni per Sylphidarium. Maria Taglioni on the Ground di Daniele Roccato; Cantico dei Cantici , coreografia di Virgilio Sieni.

7. Marco Cavalcoli per To Be or not to Be Roger Bernat.

8. Chiara Lagani per Da parte loro nessuna domanda imbarazzante; Ermanna Montanari per Maryam.

9. Dante Antonelli.

10. Ondina Quadri; Elena Cotugno.

11. Inferno. Chiamata pubblica per la "Divina Commedia" di Dante Alighieri del Teatro delle Albe; Giuramenti di Teatro Valdoca/Mariangela Gualtieri; Assassina di Franco Scaldati, regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi.

13. Enzo Moscato; Carlo Quartucci; Carla Tatò.

14. Il network www.sciami.com; Club Dance di Aldes (Roberto Castello); Erica Faccioli, I teatri postsovietici, Universitalia, 2016.

15. Belgian Rules/Belgium Rules di Jan Fabre.

 
Nicola Viesti

1. Macbettu (Sardegna Teatro); Hamletmachine (Accademia Silvio D’Amico); Il sindaco del rione Sanità (Stabile Torino).

2. Corpus Hominis di Enzo Cosimi; Nell’Aere – Inferno#5 di Balletto Civile; R.OSA/10 esercizi per nuovi virtuosismi di Silvia Gribaudi.

3. Inteatro (Polverigi); Primavera dei Teatri (Castrovillari); Futuri Maestri di Teatro dell’Argine.

4. Enzo Vetrano e Stefano Randisi per Assassina; Valter Malosti per Il giardino dei ciliegi; Arturo Cirillo per Miseria e nobiltà.

5. Romeo Castellucci per La Democrazia in America; Simone Mannino per Le Baccanti; Stefano Galanti  per Corpus Hominis.

6. Gianluca Misiti per Cantico dei cantici; Fratelli Mancuso per Assassina; Scott Gibbons per La Democrazia in America.

7. Francesco Di Leva per Il sindaco del rione Sanità; Roberto Latini per Cantico dei cantici; Giovanni Franzoni per Atti osceni. I tre processi a Oscar Wilde.

8. Adriana Asti per Memorie di Adriana; Ermanna Montanari per Maryam; Milvia Marigliano per Miseria e nobiltà.

9. Tutto il cast maschile di Hamletmachine di Robert Wilson; Lorenzo Grilli per Ragazzi di vita; Christian La Rosa per Pinocchio.

10. Tutto il cast femminile di Hamletmachine di Robert Wilson; Marta Cuscunà (al debutto inferiore ai 35 ), Sorry, Boys*; Licia Lanera (al debutto inferiore ai 35 ), The Black’s Tales Tour.

11. Bordello di mare con città e Raccogliere e Bruciare di Enzo Moscato; La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo di Lucia Calamaro; Mio eroe di Giuliana Musso.

12. Afghanistan: il grande gioco di Lee Blessing, David Greig, Ron Hutchinson, Stephen Jeffreys, Joy Wilkinson; Atti osceni. I tre processi a Oscar Wilde di Moisés Kaufman.

13. Antonio Tarantino.

14. Progetto sulla “Commedia” del Teatro delle Albe; Compagnia Diaghilev per la fruttuosa gestione della residenza di Mola di Bari; il volume Hello Strangers dei Motus edito da Damiani.

15. The Great Tamer di Dimitris Papaioannou; Oedipus Rex di Rimas Tuminas; BoO di CirkVOST.

 
Gherardo Vitali Rosati

1. Questi fantasmi di Marco Tullio Giordana; American Buffalo di Marco D’Amore; L’isola degli schiavi di Ferdinando Ceriani.

2. Virgilio Sieni di Cantico dei Cantici; La morte e la fanciulla della Compagnia Abbondanza Bertoni.

3. Tenuta dello Scompiglio (Lucca); Trend (Roma, Rodolfo Di Giammarco); Teatro di Buti (Dario Marconcini).

4. Massimo Popolizio per Ragazzi di vita; Marco D’Amore per American Buffalo; Valerio Binasco per Sogno d’autunno.

5. Ferdinand Woegerbauer per Richard II.

7. Tonino Taiuti per American Buffalo; Gianluigi Fogacci per Richard II; Gianfelice Imparato per Questi fantasmi.

8. Ippolita Baldini per L’isola degli schiavi; Valentina Cardinali per Trainspotting; Maddalena Crippa, Richard II.

9. Vincenzo Nemolato per American Buffalo; Giovanni Anzaldo per L’isola degli schiavi; Michele Di Giacomo per Trainspotting.

10. Lucrezia Guidone per La signorina Else; Petra Valentini per Elvira; Sara Putignano.

11. Laura Sicignano per Vivo in una giungla, dormo sulle spine; Saverio La Ruina per Masculo e Fiammina.

12. Teatro Para Minutos di Juan Mayorga (Teatro Due); L’arte del teatro di Pascal Rambert.

13. Maurizio Scaparro; Antonio Tarantino; Alfonso Santagata.

14. Rai Radio Tre, perché, con i programmi di approfondimento e la presentazioni di lavori ad hoc, rimane uno spazio imprescindibile per il teatro italiano.

15. Tipografic Majuscul di Gianina Carbonariu; Un amour exemplaire di Daniel Pennac; Il n’y a pas de certitude di Julie Moulier (presentato alla Tenuta de Lo Scompiglio).

 
Silvana Zanovello

1. Faust's Box di Andrea Liberovici.

7. Filippo Dini come attore per Il borghese gentiluomo; Tindaro Granata come attore per Geppetto Geppetto.

9. Alessio Zirulla per Vivo in una giungla dormo sulle spine di Teatro Cargo.

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* Il voto non è stato conteggiato perché postumo.
** Il voto non è stato conteggiato perché si tratta di spettacolo straniero non ammesso in questa categoria.
*** Lo spettacolo non rientra nel periodo di riferimento, ma il voto è comunque stato conteggiato perché la categoria Under 35 segnala l’ascesa di giovani attori indipendentemente dagli spettacoli di cui sono stati interpreti.
**** Lo spettacolo non rientra nel periodo di riferimento (il voto è stato conteggiato per Accabadora).

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